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Al Cinema: Recensione "Italiano Medio" (ma anche una lunga, estenuante, noiosa e inutile prefazione su Maccio, sulla comicità e su quello che mi viene)

Creato il 31 gennaio 2015 da Giuseppe Armellini

E' tutto molto lungo. Se volete leggere SOLO del film andate dopo la riga divisoria.

Ricordo un esame universitario un pò particolare.
Era una monografia sul comico nella letteratura contemporanea.
O una cosa del genere.
Arrivo davanti al prof, col quale tra l'altro avevo già dato due precedenti esami andati molto bene (sarà stato questo il motivo per cui mi chiederà quello che mi chiederà) e appena mi siedo, appunto, mi chiede:
"Giuseppe, cos'è per te la comicità?"
Ora, io ho affrontato molti esami a modo mio, in maniera poco istituzionale, ma quello mi sembrava troppo. Insomma, va bene fare digressioni, ma andare sul personale, boh, che ne so.
Non mi ricordo cosa risposi sinceramente, andai a braccio, modo raffinato per dire a caso.
Sta di fatto che non mi chiese altro.
Ecco, a distanza di anni posso dire che quando vedo Maccio Capatonda, con tutti i suoi celeberrimi video, credo che molto del senso comico che io ho lo posso rintracciare là.
Ora, ci vorrebbe una tesi di laurea, altro che piccolo esame da 3 crediti, per analizzare perfettamente tutto quello che c'è nel mondo Maccio. Il genio, la capacità di fotografare l'uomo e la società, l'incredibile creatività, il rendere d'autore il demenziale, senza dimenticare le (per me) grandissime capacità attoriali.
Il comico, come l'horror, si basa su sensazioni primitive ed ancestrali, personalissime. Conta molto poco l'intelligenza o l'abitudine. Aver paura e ridere sono conseguenza di meccanismi spesso automatici e profondamente radicati in noi, difficile che siano frutto di pensiero o di un processo intellettivo.
Comunque, se può interessare, magari una volta ci si ritorna e se ne parla meglio.
Quindi mi limiterò a due piccole osservazioni.
La prima riguarda il demenziale.
Il demenziale è uno stile, un genere che appartiene soltanto a due categorie di persone (o artisti): i dementi e i geni.
I dementi lo fanno naturalmente, i geni riescono a mascherare la loro intelligenza mascherandola da stupidità, pressappochismo, banalità e trivialità.
Credo che Maccio Capatonda sia un autentico genio del demenziale.
Altra cosa (mannaggia, sto lanciando ami su ami che meriterebbero post interi e poi li ritirò su così, senza pesci): pochi sanno della potenza comica che può avere il vocabolario.
Non il linguaggio tout court che quello si sa, è quasi architrave principale della comicità (parlo di qualsiasi linguaggio, anche del corpo e non orale, Chaplin insegna).
No, con Maccio si è riscoperta la potenza comica devastante del vocabolario, dei nomi, delle parole.
I suoi neologismi, spesso versioni triviali, illitterate e grezze di parole esistenti, hanno un potere comico per me travolgente.
E lo stessa cosa avviene con i nomi propri, vera e propria specialità di Maccio.
Ecco, mentre la gente si ribalta dalle risate con le gag, io impazzisco per queste parole, per questi nomi, per questa comicità puramente scritta ed immobile, non sceneggiata.
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Italiano Medio è molto superiore alle attese da un verso ma inevitabilmente inferiore alla maggior parte delle cose che Maccio ha prodotto in questi anni dal'altro.
C'è da premiare la volontà di far diventare racconto il proprio film, e non un'inutile e francamente stupidotta sequenza di gag singole e già conosciute da tutti (vi dice niente il film dei Soliti Idioti?).
Maccio usa tutti i "suoi" attori, tutti, ma quasi nessuno dei suoi personaggi o delle sue gag (e ce ne sarebbero state a centinaia).
E rischia in questo.
Perchè, e le risate al cinema l'hanno dimostrato, nei rarissimi momenti in cui ha citato sè stesso (l'uomo che voleva fare l'usciere -indimenticabile- e Mariottide ad esempio) la sala è letteralmente impazzita.
Invece no, Maccio ha provato a costruire una storia, essere completamente sè stesso e riconoscibile sì, ma senza riciclarsi.
Ne viene fuori un film omogeneo per racconto me disomogeneo per comicità, alternato da momenti comici irresistibili e altri quasi inutili.
Ma Capatonda ha comunque rispettato il Cinema, non l'ha preso solo per un canale più grande dove trasmettere quello che è.
La cosa più importante che molti faticano a capire è che Maccio con Italiano Medio prende proprio in giro quelli che ridono grazie a lui.
Quando Giulio Verme (appunto, dicevamo dei nomi) regredisce allo stato animale (per colpa di una pasticca, parodia di Limitless, che ti porta ad usare il 2% del cervello anzichè il 20), la gente comincia a morir dal ridere. Ma non sa che Maccio li sta prendendo in giro. La gente ride di Giulio Verme diventato Italiano Medio appunto perchè, in linea di massima, quella "gente" è un italiano medio.
E' un pò l'operazione, magnifica, di Quella casa nel bosco, un corto circuito che là riguardava l'horror, qua il comico.
Maccio è persona profondamente intelligente, probabilmente colta, e geniale nello scrivere. E si diverte a far ridere la gente senza fargli capire che li sta prendendo per i fondelli.
Mette tutto dentro Maccio, tutta la nostra strettissima contemporaneità.
La tecnologia (con il barbone che invece di soldi chiede una password d'accesso per il tablet, magnifico), l'inquinamento, la politica che deturpa il bello, i selfie (grande la scena della vecchia infartata), il veganesimo (con il suo topolino vegano, Kyoto -dal protocollo- che è veramente l'esempio da prendere perchè vuoi mettere per un topo la scelta di coerenza di non mangiar formaggio? ovviamente nessuno ha riso qua), la tv manipolatrice di coscienze e vero e proprio muro nei rapporti umani (a tal proposito molto tenera la parte sull'infanzia di Giulio), il potere dei reality (il Pippotto, spettacolo), la smania ecologista molte volte più parlata che portata vanti, e ancora e ancora.
Non è un film impegnato, certo, ma che fa riflettere sì, e tanto.
In più Maccio gioca col cinema, con Fight Club, con Black Mirror (identico, veramente identico all'episodio 15 Milioni di Celebrità è il finale del reality MasterVip) e con quella che forse è la sequenza più comica, almeno nell'infartuante sguardo magnetico, ovvero la parodia di Ocean Eleven (se la lotta con quella di Via del Tutto Eccezionale per me).
Gli attori li conoscevamo, chi li ama li amerà ancora più.
A tal proposito è' incredibile il fatto che in alcuni casi nemmeno si capisca se siamo davanti a veri e propri fenomeni oppure a cani che non sanno nemmeno cosa voglia dire recitare e proprio per questo motivo facciano ridere.
Sta di fatto che lui, Maccio, è attore con tutti i crismi, capace di cambiare registro, tonalità e mondo del suo personaggio con una facilità addirittura disarmante e con risultati sempre altissimi.
E grande è anche Luigi Luciano (vero nome, anche se pare anch'esso "macciato" di Herbert Ballerina), vero e proprio fenomeno comico per quanto mi riguarda.
Ma è lui, il vecchio Rupert Sciamenna, a regalare, come sempre, risate irrefrenabili. Ecco, lui è uno di quelli che non si capisce se è cane o no, muori dal ridere e basta.
Lo so, mi rendo conto di aver parlato di tutto e di niente, aver aperto mille parentesi senza chiuderne una.
Sta di fatto che io amo questo comico che forse, a parte quelli che fanno satira politica, alcuni bravissimi, è l'unico e vero nostro fuoriclasse, almeno in tv.
Italiano Medio non è un capolavoro, forse è sempre meglio andarsi a cercare Maccio nelle sue cose da web e tv.
Ma è sempre il meglio che possiamo avere qua da noi.
Specie se si riesce a rintracciare l'arte e l'intelligenza che nasconde dietro.

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