Ma io non riesco ad analizzare La Vita di Adele solo in quanto film perchè non ce la faccio a staccarlo completamente dall'interpretazione immensa, incredibile, unica, della sua protagonista, la giovanissima Adele Exarchopulos.
Ma se non ci fosse stata lei, se ci fosse stata un' attrice normale questo film varrebbe così tanto?
Non è un caso che Adele, l'attrice, abbia lo stesso nome della protagonista perchè mai prima d'ora avevo visto un tale mimetismo, una tale capacità di restituire allo spettatore tutte, ma proprio tutte, le emozioni che una storia così può suscitare.
L'imbarazzo ai primi sguardi dei ragazzi, con quegli occhi che non vorrebbero andare a cercarli ma poi ci vanno lo stesso.
L'impaccio della prima chiacchierata con uno di essi con quelle frasi troppo veloci per dirsi tutto e niente.
L'indescrivibile sensazione della prima volta che, per caso, vede lei, con quelle gote che arrossiscono, lo sguardo che continua a cercarla per strada, l'improvvisa destabilizzazione di tutto, il colpo di fulmine se ne esiste uno.
La confusione di non sapere cosa si è, con quella prova di un bacio a quella ragazza e il vagare nei locali gay a cercare una risposta.
La nascita dell'amore con quelle prime parole al bancone, quel tentativo di sembrar distaccata e a proprio agio mentre il cuore e l'anima urlano dentro.
L'attesa del primo bacio, con quei movimenti impercettibili della testa che vuole resistere ma non ce la fa.
L'estasi del sesso, infinito, incontrollabile, la prova provata che è questa la sua dimensione.
La sottile vergogna di vivere una storia che difficilmente gli altri, e forse anche sè stessa, possono accettare.
La gelosia che arriva quasi d'improvviso, in quella festa, con lei che sta sempre con l'altra, l'altra col pancione, simbolo opposto di quanto sono loro, eppure sta con lei, sempre
Lo smarrimento di non capire più cosa è giusto e cosa è sbagliato, se si sta bene oppure no, se quella è veramente la strada da prendere oppure no.
La tremenda sofferenza e il violentissimo dolore quando Emma l'abbandona, la insulta, la manda via, con quegli occhi che si bagnano di lacrime e il tentativo, vero ma allo stesso tempo incerto, di difendersi.
La disperazione finale in quel bar, ultimo tentativo di provare a recuperare qualcosa o tutto, la disperazione che porta a un gesto insensato, la disperazione di capire che dall'altra parte non c'è più niente, la disperazione e la rabbia da dover celare nello scoprire che l'altra è quella della festa.
La finale sconfitta alla mostra, nel vagare tra i quadri in cerca di una decisione definitiva, la voglia di andarsene e l'orgoglio di restare, vince il primo, Adele si allontana di spalle
Quest'attrice ha saputo restituirci tutto quanto, con quel volto magnifico, quegli occhi che raccontano tutto.
Ed è incredibile come per almeno 2 ore e mezza delle lunghissime 3 totali la regia sia stata solo nel suo primo o primissimo piano, sempre, come mai avevo visto prima. Saper raccontare a 19 anni tutte quelle emozioni, saperlo fare con la macchina da presa sempre, ma proprio sempre, a un palmo di naso, fanno dell'interpretazione della Exarchopulos qualcosa di eccezionale, talmente grande da oscurare il film stesso.
Film che nella sua bellezza ha comunque i suoi difetti con quelle scene sempre portate allo sfinimento, specie le feste (si potrebbe ricavare tranquillamente un film da 2 ore), con alcuni personaggi, vedi il maghrebino, buttati un pò là, con la sensazione di trovarci davvero dentro una vita vera e vissuta ma tutto narrato un pò troppo linearmente.
E anche la famosa scena di sesso, esplicito come raramente si era mai visto prima, è sì necessaria, assolutamente necessaria, perchè se lo spettatore non capisce fino in fondo la passione delle due protagoniste non potrà vivere allo stesso modo il film, ma comunque a mio modo di vedere leggermente esagerata, supera cioè il punto in cui può apparir lecito chiedersi se il regista cercasse lo scandalo oppure no.
Magnifica anche la Seydoux, molto più osannata della Exarchopulos anche se, a mio parere, non raggiunge affatto la capacità di raccontare il proprio animo della seconda.
E non so se è solo una mia lettura o quella più banale e scontata, ma ho avuto la sensazione che Emma non sia stata mai innamorata di Adele, che l'abbia quasi sfruttata per divertirsi.
Sono troppi i segni, quella chiacchierata alla festa con Lise -alla luce del finale affatto disinteressata- quella violenza nel cacciare Adele senza nemmeno cercare di ascoltarla, quella "freddezza" nel bar nel dirgli che è tutto finito. Freddezza che scompare solo nel tentativo maldestro di far sesso.
Ognuno interpreterà questa storia come crede ma non darei per scontato che la persona in difficoltà o non convinta di quell'amore fosse Adele e non Emma.
Perchè gli occhi di Adele in quel bar e in quella mostra sono occhi che parlano da soli.
Basta guardarli.
( voto 8 )