Recensione
Al di là del nero è sicuramente è uno dei libri più originali e spiazzanti che abbia mai letto.
Crudele e cupo, alleviato solo a tratti da un disincantato, onesto humor nero, questo è un libro che segna; la sua prosa pacata vi insinuerà lentamente sotto pelle uno stato d'animo fatto di malinconia e paura, specchio dell'animo tormentato della protagonista.
Phillip Pullman, autore della saga Queste Oscure Materie, nel lodare questo romanzo ha parlato di "excellent ghost story", rendendo il contesto suburbano ed estremamente terra-terra in cui si svolgono le vicende di Al di là del nero, decisamente inaspettato e spiazzante, soprattutto per chi già conosce la Mantel per i romanzi storici dedicati a Thomas Cromwell e alla Rivoluzione Francese. Ma se è vero che in questi romanzi l'autrice colpiva per la sua profonda conoscenza degli eventi storici, è altrettanto vero che l'interesse della scrittrice è sempre stato incentrato sul quotidiano, sui piccoli gesti e sulla psicologia dei suoi protagonisti, raccontata attraverso una tecnica molto simile a un intimo flusso di coscienza.
In Al di là del nero non ci muoviamo più fra gli intrighi della corte di Enrico VIII ma tra i quartierini residenziali della borghesia medio bassa, dotati di una malignità tutta loro; lo sfondo non è più quello tumultuoso della Parigi accesa dalla rivolta ma le insegne al neon degli squallidi teatrini di periferia dove la sensitiva Alison si reca a soddisfare la sete di occulto delle masse in cerca di rassicurazioni.
Gli spiriti che popolano queste occasioni sono adeguati alle circostanze: non mistiche figure millenarie ma prosaiche nonnine preoccupate per il lavoro a maglia lasciato in sospeso o suocere desiderose di dire l'ultima malignità. Perché la morte, ci fa notare la Mantel, non è un processo di catarsi né dona saggezza, perciò non c'è motivo di pensare che coloro che in vita sono stati meschini o malvagi possano nell'aldilà essere migliorati. Ne sa qualcosa Alison, tormentata da demoni che arrivano direttamente dalla sua traumatizzante infanzia, incatenata a uno spirito guida volgare e disgustoso che non è altro che il fantasma di uno degli uomini che hanno abusato di lei da bambina. Il nero al di là del quale guarda l'autrice, si intuisce ben presto, non è solo quello della morte, popolato da spiriti in transizione in cerca della loro strada, ma soprattutto quell'area del nostro inconscio oltre la quale seppelliamo i ricordi impossibili da gestire e le paure che non siamo in grado di affrontare.
Per questo, più che un viaggio nel mondo degli spiriti, il romanzo è l'esplorazione di una solitudine, quella di Alison, che ha trascorso la sua vita adulta cercando di dare una forma sopportabile e gestibile ai suoi demoni, un'impresa così sfiancante da portarla a ricercare e accettare la compagnia e l'attenzione di una donna ancora più bisognosa di attenzioni di lei come Colette, neo-divorziata con la quale stringe una relazione di lavoro e d'amicizia tossica e malata.
Il cuore del romanzo ruota appunto attorno al rapporto fra le due donne, l'una tollerante e remissiva e l'altra aggressiva e tagliente, un rapporto malsano di reciproca dipendenza attorno al quale si muovono una serie di figure piccolo borghesi tragicomiche, ricche di pregiudizi e piccole meschinità che la Mantel dipinge con tratto sferzante.
Il risultato è, come si diceva all'inizio, un romanzo inconsueto, raccontato con lo stile sommesso ma efficace caratteristico di questa autrice, che riesce a muoversi con uguale convinzione tra raffinatezza e prosaicità e regala un ritratto ammaliante del mondo degli spiriti e una pungente rappresentazione della mediocrità del quotidiano.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Al di là del nero
- Titolo originale: Beyond black
- Autore: Hilary Mantel
- Traduttore: Giuseppina Oneto
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: Febbraio 2016
- Collana: Le strade
- ISBN-13: 9788864111964
- Pagine: 493
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 19.00