“«Sì, certo, se domani fa bel tempo» disse la signora Ramsay”. La ‘povna però (e, bisogna dire, anche la maggior parte dei molti altri) non era pronta a essere in piedi con le allodole. E ha dunque deciso di rimandare al momento giusto la sua gita al faro.
Che è stato, il faro, uno dei temi del loro soggiorno all’Ile de Ré, costante. Il faro delle balene, sopra la costa selvaggia. Visibile dalla casa di Ginger, dove tutti loro si sono (a)ccocolati come se la conoscessero da sempre, affacciata in un giardino magico, a un passo dall’omonima via.
E così la settimana della ‘povna è volata via, semplicemente, come doveva essere: la passeggiata a cavallo sulla spiaggia, indimenticabile (“una di quelle rare volte in cui sa che stai facendo una delle cose più belle della tua esistenza” – come ha giustamente detto Amica), la gita a La Rochelle, dove la ‘povna ha ripecorso i luoghi del suo essere ragazza au pair, vent’anni fa e un altro mondo, e ha ritrovato, a colpo giusto, anche l’indirizzo della casa. Quella a St. Martin, e poi ad Ars, e alle saline. Qualcuna al gran completo, ché a loro piace sempre mettere in mostra la naturalità del pittoresco (e 20 adulti, 3 Oompa Loompa e 3 cani sono pur sempre tanta roba). Qualcuna invece a gruppi, che partivano, tornavano, si intrecciavano per i viottoli della costa selvaggia. Perché il vero segreto per essere così tanto bene in tanti è che non c’è un modo unico di far le cose insieme.
E’ andata così anche il primo dell’anno, dopo una veglia fatta di ostriche, champagne, polpo con le patate e gamberetti – nella quale la ‘povna ha orgogliosamente aperto lei stessa la bottiglia, per cacciare il 2012 fetente, e mandato pochissimi messaggi di buon 2013 – ma anche di luna piena, vento, e lupi. La mattina, dunque, si sono ritrovati a camminare nel paesaggio lunare di una spiaggia di sabbia e palude, che vive solo per 12 ore al giorno (la marea stava salendo): la ‘povna, Canta-che-ti-passa, Le Hero, BibCan, Piton-che-non-è-Snape e il Signor M. Per i sentieri spettrali di acqua e sabbia BibCan ha incontrato 20 kg di fossile, e tutti loro Gina e Thelma, che erano partite prima. Poi si sono separati, e ritrovati, lungo la costa, variamente. Ma a quel punto il tempo era passato (cit.) ed era tempo. Così la ‘povna, al faro, ci è arrivata, come prevedibile, dal mare.
E, dalla cima della torre, ha guardato l’America, sull’altro lato del mondo, e ha chiesto al 2013 di essere quanto meno normale, niente botti, niente salti.
Lo sceneggiatore, mentre scendeva, le ha offerto un pistacchio.
Ma non le ha promesso niente. Perché, per quest’anno – è il motto del 2013 – banalmente, si fa quel che si può.
“Che cosa pensava adesso? si chiese. Che cos‟era che cercava, così fisso, intento, silenzioso? Lo guardavano tutti e due, seduto lì a capo scoperto con il pacco sulle ginocchia a fissare e fissare la fragile forma blu che sembrava il vapore di qualcosa che si era bruciato. Che cosa vuoi? avrebbero voluto chiedere entrambi. Entrambi avrebbero voluto dire, Chiedici qualunque cosa e te la daremo. Ma lui non chiese niente. Rimase seduto a guardare l‟isola e forse pensava, Perimmo, ciascuno da solo, o forse pensava, ci sono arrivato. L‟ho trovato, ma non disse niente”. (V. Woolf, Al faro)