Il problema lo conoscono tutti, ma qualcuno forse finge di non volerlo vedere. Esiste un florido, rigoglioso mercato del metallo grazie al quale bande di rom e banditucoli del quartierino stanno facendo affari d'oro, sulle spalle della città. La storia è presto detta: il banditucolo di turno si fotte pezzi di metallo (tombini, coperchi dei nasoni, cavi elettrici ecc.) e lo rivende ad altri banditucoli, che li fondono (sprigionando fumi tossici) per rivenderli "puri". Le conseguenze per la città di Roma? Strade e marciapiedi al buio, treni e metropolitane bloccate, strade e marciapiedi disseminati di pericolosissimi buchi neri inghiottitori.
E la risposta del Comune? Sempre la solita. Mentre nel resto d'Italia simile traffichetti vengono sgominati con il "pugno di ferro", a Roma si persevera con il più economico palliativo della pecetta. Il banditucolo del quartierino si fotte i fili elettrici generando un mini black-out? "Accendete gli abbaglianti", l'unico rimedio proposto, mentre Atac dà un'occhiata se avanza qualche navetta sostitutiva per le persone costrette a scendere dai carri bestiame della metro. Il banditucolo del quartierino si fotte i tombini di marmo? Allestiamo un piccolo pollaio per impedire ai ragazzini di finire in pasto ai topi dritti nelle fogne. E intanto i campi rom brillano di roghi che sprigionano fumi tossici altamente nocivi.
Ma si può vivere in una città completamente prona alla malavitina con le pezze al culo? Ma si può vivere in un paese affumicato e devastato da bande di predatori senza che nessuno dia una benché minima risposta? Possibile ridurre la passeggiata del Gianicolo a una sterminata sequela di ridicoli pollai arancioni? Ma in che razza di paese viviamo?