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Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)

Da Lundici @lundici_it

L’indomani, al termine della giornata lavorativa, mi misi in contatto con Sofia per stabilire l’ora e il luogo dell’appuntamento.Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata) Negli ultimi tempi, ad attutire i colpi che lei e Marcello ricevevano senza sosta, ci stava pensando la Toscana, in particolare il luogo nel quale i due avevano scelto di vivere, qualche anno prima, insieme alla loro piccola Elsa, ma purtroppo i fatti erano andati diversamente…  Il giorno dopo, quindi, alzai la cornetta e ricomposi il numero. Un solo squillo, poi:«Pronto» rispose Sofia con un filo di voce.«Ciao Sofia, sono…» «Sì, ciao Antonio, attendevo la tua telefonata.» «Sofia, se per te va bene, potremmo vederci domani.» «Sì, va bene. A che ora arriveresti?» «Partendo all’alba, dovrei giungere nel grossetano intorno alle nove del mattino.» «Mi piacerebbe accoglierti a casa ma, per motivi di cui ti parlerò da vicino, conviene vedersi altrove. Ti attenderò all’ombra di pale spagnole, in quel che ne ha di levante e di ponente.» «Ciao Sofia, a domattina.» «Ciao Antonio, buona serata.»

Sofia non aggiunse altri dettagli, era certa che sarei risalito al luogo.

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)
 La fiducia reciproca, sorta sin dal primo scambio, ci consentì di vedere lontano. Ancorché fossimo in un’epoca contrassegnata dalla diffidenza nel prossimo, infusa dalle continue scoperte di azioni deplorevoli commesse, in ogni dove, da uomini corrotti, Sofia ed io ci sentimmo ispirati e accomunati da un forte sentimento di fraternità. Inconsciamente vagheggiavo di aggiungervi “liberté” e “egalité”, i due sentimenti che insieme al primo costituirono l’anima della rivoluzione francese e che da allora sono baluardo delle persone oneste, in ogni luogo del pianeta.

Cinque giorni dopo

Erano trascorsi quasi due mesi da quel giorno in cui avevamo preso la piacevole abitudine di incontrarci a cadenza settimanale, per leggere i messaggi contenuti nella bottiglia lanciata dal mare ma… l’ultimo scritto stava decisamente prendendo un posto particolare nelle nostre vite. Sin dalla prima apertura di quella bottiglia “peregrina”, sapevamo inconsciamente che ci saremmo potuti occupare di un solo caso, proprio come stava avvenendo oggi.

Questo fatto mi ha indotto a riflettere su un punto. Invero, avremmo voluto aiutare tutte le persone raccontate in quei messaggi, ma ciò si rivelava materialmente impossibile. Al contempo però, il fatto che quanto ci veniva richiesto non fossimo in grado di offrirlo a tutti, ci faceva stare molto in pena. Il più delle volte, chi scrive un messaggio chiede calore umano, chi affida alla corrente la sua richiesta si è già guardato intorno e si è accorto di essere solo, e non perché si trovi su un’isola deserta. Il mio auspicio è che, quindi, altre persone si prendano “cura” degli altri messaggi, che diano una mano a chi l’ha richiesta.

Chiunque sentirà sulla pelle quelle storie, faccia sentire la sua presenza in qualche modo… faccia di tutto affinché chi cerca aiuto non si senta più solo. 

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)
Ma oltre a colui che scrive un messaggio, spesso l’ultimo, vi è chi non trova la penna, il foglio o la bottiglia, oppure chi, pur avendo a disposizione i tre oggetti, rimane per ore a fissare il foglio bianco, in attesa che le sue sinapsi ritrovino l’antico movimento. Sono ovunque, sono i presenti-assenti; sì, è questo l’ossimoro che meglio li descrive, perché non li si distingue se non per una caratteristica, gli occhi dignitosi e profondi come il mare, le cui onde saranno in grado di cullare l’ultimo messaggio.

Ricordo la prima volta che incontrai un presente-assente, ero appena salito su un treno, in partenza da Napoli, diretto a Francoforte.

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)
 Un sobbalzo sulle rotaie e una brusca frenata mi destarono… mi resi conto solo in quel momento che stavo varcando l’ingresso della Villa comunale e che molto meccanicamente mi stavo recando verso la Cassa armonica: «Sprofonderò in questo ricordo più tardi, o domani o forse mai più, ma ora c’è bisogno che mi concentri sulla lettura del prossimo messaggio».

Aleggiava nell’aria una musica soave, “Vorrei baciar i tuoi capelli neri, le labbra tue e gli occhi tuoi severi…”. Rapito dalle note, stavo per perdermi in un altro ricordo quando, sulla mia destra, all’incrocio tra la Riviera di Chiaia e piazzetta San Pasquale, studenti in corteo sembravano volessero comunicarmi qualcosa. Poco distanti da loro, scorsi Carlo e Gabriele che, a passo svelto, si dirigevano verso uno dei cancelli laterali. Li attesi, ci salutammo affettuosamente e dopo poco raggiungemmo gli altri amici.

Raccontai loro dell’incontro con Sofia, i momenti salienti, e ci accomodammo per la lettura consueta. 

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)
Mentre ripetevo il solito rituale dell’apertura della bottiglia e consequenziale estrazione del foglietto, una gradevole brezza marina sopraggiungeva frammista ad un particolare suono di fondo. Rimasi immobile, le mie mani sembravano il prolungamento di un leggìo, dal quale alzai lo sguardo interdetto e incrociai gli occhi sgranati dei miei amici, più immobili di me.

Nonostante questa incombente presenza sonora, demmo piglio alla lettura del messaggio n. 4d… che purtroppo non trascrivo, per via del seguente motivo. Alcuni giorni fa, un fatto eclatante mi ha indotto a chiedere, agli “amici di via Caracciolo”, di stravolgere l’ordine dei messaggi in bottiglia, al fine di consentirmi di riportare una lettera che ho sentito di scrivere, con estrema urgenza. Non solo mi hanno accordato il permesso, ma hanno anche aggiunto che il mio messaggio è più che pertinente alla causa che attraversa l’anima dell’ultimo scritto estratto dalla bottiglia.

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)

La lettera

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori. Tale richiesta nasce in seguito all’ascolto delle parole, espresse dal Ministro Fornero durante la puntata di “Porta a Porta” andata in onda il 22 novembre 2012, le quali si racchiudono nella seguente testuale dichiarazione (ndt): [...] Purtroppo siamo anche nel bel mezzo di una crisi finanziaria che non è neanche breve e che si protrae… da qualche anno e che è una crisi che si manifesta in molti ambiti della vita, magari avendo anche influenza esattamente sui comportamenti all’interno della famiglia, perché un marito in cassa integrazione, un compagno in cassa integrazione o in mobilità o con la prospettiva di perdere il lavoro magari è un compagno che sviluppa una propensione alla rabbia e magari anche alla violenza e in particolare se per esempio capita che invece la donna il lavoro ce l’abbia e questo scatena una sorta di competizione.

[...] Un Ministro del Lavoro non può esprimersi in modo discriminatorio nei confronti di lavoratori già abbondantemente falcidiati a causa della loro condizione di lavoro e di vita.

Al Ministro Fornero, chiedo rispetto per i lavoratori (Messaggio in bottiglia 8^ puntata)
Ad un Ministro del Lavoro si chiede, piuttosto, di avere un particolare riguardo verso la fragilità di una persona che, d’un tratto, viene deprivata del suo lavoro. Ad un Ministro del Lavoro si chiede di trasferire, a quei lavoratori sicuramente in pena, non concetti distruttivi – etichette di violenza – ma piuttosto pensieri costruttivi, quali ad esempio la resilienza, vale a dire la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.

Al Ministro Fornero, pertanto, si chiede di smentire quella dichiarazione secondo cui, nei lavoratori in cassa integrazione o in mobilità o con la prospettiva di perdere il lavoro, si anniderebbe il germe della violenza, che con molte probabilità scaricherebbero scagliandosi contro le loro compagne di vita. Una dichiarazione del genere è intollerabile da parte di chiunque, e ancor più se espressa da un Ministro del Lavoro. Il germe della violenza si annida, invece, nelle persone maleducate e, per tale ragione, può essere trasversale a tutti, uomini e donne, appartenenti a qualsivoglia categoria… esso è ubiquitariamente democratico. Tale asserzione sta ad indicare che bisogna porre attenzione all’essere umano.

L’impegno sociale – da parte di chiunque – deve riguardare l’osservazione dei fenomeni deleteri, al fine di rimuoverne le cause e infondere principi di civiltà e collettività, i quali affondano le radici proprio nell’educazione – intesa come quel complesso di regole atte allo sviluppo completo di un uomo – la cui diffusione garantirebbe, se non una universale serenità, almeno il cammino per raggiungerla. _______________________________________

(ndt) Testo integrale dell’intervento (dalle ore 00:31,02 alle 00:33,32): “Beh, diciamo che, per esempio, il Dipartimento “Pari opportunità” ha tutta una serie di programmi, che sono programmi di prevenzione, che sono programmi di ascolto, aiuto e assistenza alle donne vittime.

Certamente non possiamo pensare di avere, di poter realizzare in due anni ciò che avrebbe dovuto crescere nel tempo come espressione proprio di una civiltà, come espressione di un sentimento comune, però negli ultimi anni qualcosa si è fatto in molte città. Purtroppo siamo anche nel bel mezzo di una crisi finanziaria che non è neanche breve e che si protrae… da qualche anno e che è una crisi che si manifesta in molti ambiti della vita, magari avendo anche influenza esattamente sui comportamenti all’interno della famiglia, perché un marito in cassa integrazione, un compagno in cassa integrazione o in mobilità o con la prospettiva di perdere il lavoro magari è un compagno che sviluppa una propensione alla rabbia e magari anche alla violenza e in particolare se per esempio capita che invece la donna il lavoro ce l’abbia e questo scatena una sorta di competizione.

Allora sicuramente quello che stiamo facendo, possiamo dire che non basta, non basta rispetto alla domanda che c’è di ascolto, di attenzione, di aiuto anche psicologico alle vittime perché non basta un colloquio: «Buonasera, la mettiamo in questa casa, in questo centro antiviolenza».

Lì c’è un periodo e bisognerebbe… Ah, io non so se lei (rivolgendosi al dottor Raffaele Morelli, presente in studio) per esempio opera in una struttura privata o pubblica, però lei può capire quanto tempo ci vuole per aiutare sia una vittima sia il persecutore o… per non parlare dell’assassino, perché come diceva prima Lunetta (riferendosi all’attrice Lunetta Savino, anch’ella ospite della trasmissione) probabilmente l’assassino, o il persecutore, è già uno che ha dei problemi… beh noi possiamo dire che di quelli non ci occupiamo, ma neppure questo è civile, però abbiamo un dovere di occuparci prioritariamente delle vittime e questo richiede azioni di medio termine, quindi, voglio dire, non c’è…”


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