Al Povero Diavolo di Torriana, il sorriso del cuore

Creato il 03 giugno 2014 da Sarahscaparone @SarahScaparone

Fausto Fratti

Il Povero Diavolo di Torriana è un posto da visitare almeno una volta nella vita. Vuoi perché proprio qui, sulle colline intorno a Rimini, il tuo sguardo si perde verso l’infinito; vuoi perché questo luogo è prima di tutto casa, e qui l’energia vitale di chi lo abita pervade tutto ciò che incontra.

Ha perfettamente ragione quindi  Corrado Assenza ad amare il Povero Diavolo e a prendere parte ogni anno a quello che è diventato l’appuntamento fisso dedicato ai gourmet d’eccezione: Spessore previsto dal 17 al 20 giugno nel giardino dell’Osteria.

Ma se il posto è senza ombra di dubbio una piccola oasi di pace, sono ancora una volta le persone a fare la differenza. Lo capisci subito parlando con Fausto Fratti, il titolare del Povero Diavolo, che in questa casa è nato e che qui ancora ci abita. È lui, insieme alla moglie Stefania, il motore di questa realtà. È lui che ti incanta quando parla e che, come Corrado Assenza, ti racconta con la semplicità di chi ha la gioia nel cuore di come la magia faccia parte della vita di tutti i giorni. Te ne accorgi subito quando varchi quella porta verde che ti accompagna in una dimensione di vera autenticità, fatta di accoglienza, semplicità e raffinata eleganza. Il benvenuto è con un sorriso, sempre, sia che tu voglia dormire in una delle cinque camere a disposizione, sia che tu decida di fermarti per assaggiare la cucina di uno degli chef più amati e rispettati del nostro Paese: il giovane Piergiorgio Parini.

La “casa”, dicevamo, è accogliente, con un ampio giardino e poche camere dove i libri accompagnano lo scorrere delle giornate e dove ogni stanza racconta di chi in quel luogo è già passato. Aneddoti, frasi, emozioni sono raccolte in piccoli e deliziosi taccuini appoggiati sui comodini, pronti a raccogliere il pensiero del buon giorno o quello della buona notte di un nuovo ospite.

Due sale da pranzo spaziose e luminose ti accolgono con raffinatezza e sono il preludio di quello che presto verrà presentato a tavola. Il servizio è impeccabile, l’atmosfera rasenta la perfezione.

E poi c’è il Menù, quello firmato da Parini, chef riservato che ama parlare con le sue creazioni, capaci di lasciarti senza fiato ad ogni assaggio. Lui ha la massima libertà espressiva, ma per coglierla occorre accettare la “sfida” optando per un menù completamente a sorpresa. La cucina di Piergiorgio è istinto creativo, territorio, colore, complicità, estro, contaminazione, grande rispetto del gusto e delle materie prime. È la natura in tavola, senza artifici, nella sua essenza più pura. La proposta è composta da 3+ 6+ 9+: tre opportunità di degustazione, ciascuna a sorpresa, ciascuna sempre nuova e in divenire, dove il + sta a indicare un corredo di assaggi cucinati che completano, aprono e chiudono ogni menu. Accanto a questo una circoscritta scelta di piatti classici, intramontabili, espressione del territorio e della storia del gusto, interpretati con contemporaneità. “Se i menù sono a sorpresa – spiegano al Povero Diavolo – l’intento non è quello di stupire, ma di suggerire un giusto approccio per conoscere  e valutare questa esperienza, per lasciare a noi la libertà di spaziare con gli ingredienti e a voi la curiosità di scoprire accostamenti e sapori nuovi nella scelta fra menu di tre, sei, nove piatti: pesci, carni, pasta, verdure, dolci…”

Io ho scelto un Menù da 6 portate iniziato con un aperitivo a base di: oliva fritta, mandorle e pesce; una cialda di semi aromatici e crema di limone; un infuso di foglie di tiglio e radici con fiori e fagiolini. Il via è stato con un pesce che non conoscevo: la Rigatina servita con una purea di fave, cetriolo arrostito e aglio nero (marinato in acqua di mare). A seguire un altro pesce delicato e saporito, la Palamite proposta con salsa di gelsomini e misticanza. Due primi: il Riso bianco e i Tortelli ripieni di coniglio. A seguire l’agnello farcito con melanzana su pesto di basilico e salsa di mozzarella, quindi un pre dessert con cipolle e albicocche che mi ha incredibilmente stupito. Il dolce un tripudio di colori, con erbette e rabarbaro.

Inutile dire che, per chi ha la fortuna di soggiornare qui, anche la colazione è un’esperienza indimenticabile da fare invidia all’hotel più blasonato del mondo. È la grandezza della semplicità. In cucina, come nella vita.



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