La città è ancora semi-deserta, molti esercizi commerciali con il cartello "CHIUSO PER FERIE" ed il caldo tremendo che non dà tregua hanno reso il rientro dalle vacanze più pesante che mai, ma gli impegni ci hanno costretti a tornare.
Anche lì il gran caldo continua a farsi sentire, la mancanza di piogge ha fatto di nuovo abbassare notevolmente il livello del lago Trasimeno e sembra quasi inverosimile che nel febbraio scorso fosse ghiacciato e che sul pontile il vento avesse creato dei merletti meravigliosi con il ghiaccio. I canali che dovrebbero portare l'acqua piovana al lago e dove mio marito da bambino faceva il bagno con i suoi amici sono completamente asciutti. Solo un pomeriggio un'intensa pioggia durata mezz'ora ha impantanato la piazzola del campeggio ma senza riuscire a rinfrescare l'aria.
La notte di Ferragosto Lanfranco, il proprietario del campeggio, come ogni anno ci ha regalato i fuochi d'artificio ed un piatto di pasta fumante cucinata nel pentolone sul prato davanti alla nostra piazzola!!
L'ospitalità dei parenti umbri di Panicarola è stata impagabile come sempre. E' stato bello fare le pizze con il forno a legna insieme alla Rosalba, cugina di mio marito, benché ci stessimo sciogliendo dal caldo. Lei aveva già preparato quelle tipiche umbre con il formaggio a tocchetti e ne abbiamo infornato una decina ai vari gusti per cenare insieme ad una famiglia di francesi d'origine italiana che erano lì in vacanza. Una tavolata di quattordici persone che fino a mezzanotte ha mangiato e chiacchierato in allegria con me che cercavo di rispolverare il mio francese studiato tanti anni fa.
Da quando gli amici Riccardo e Mariella hanno aperto la "locanda del Principato" riadattando il vecchio casale con le casette vicine ad agriturismo e l'amico d'infanzia Carlo ha ristrutturato la sua vecchia casa ricavando 2 appartamentini, il vecchio borgo Badiali richiama tanti turisti anche dall'estero ed è simpatico affacciarsi la mattina presto bevendo una tazzina di caffè e sentirsi salutare da chi magari il giorno prima ti aveva chiesto informazioni sulle città da visitare costringendoti a parlare in un inglese o francese che non saranno grammaticamente perfetti ma che comunque permettono di comunicare.
Sono solo un ricordo i giochi di mio marito e di suo fratello con gli amici d'infanzia in quello che avevano soprannominato "FORTE SPIGAV" dalle iniziali di quei 6 ragazzini che s'immaginavano di essere dei cow boys. Quel fortino altro non era che il magazzino della vecchia casetta che ora abbiamo ristrutturato e di quei 6 ragazzini ne sono rimasti solo 3, gli altri sono stati strappati alla vita troppo presto ed è per questo che quando si va su in estate mio marito prova sempre un pò di malinconia ripensando a quei giorni.
Il vecchio pozzo comunale indispensabile allora ora è stato abbellito ed ornato con piante, il sodo davanti casa (il sodo era il prato) ora è una strada bianca dove hanno portato della breccia per evitare che ogni macchina sollevi nuvole di polvere, ma sostanzialmente il piccolo borgo è rimasto uguale a com'era diversi secoli fa, ed è per questo che per ristrutturare la vecchia casetta fatiscente abbiamo dovuto rispettare le regole stabilite per il "centro storico" della frazione.
Un piccolo angolo dove il tempo sembra quasi essersi fermato a quando si chiacchierava sul sodo nelle notti rischiarate dalla luna piena, l'acqua da bere del pozzo veniva mantenuta fresca nei "broccoli" di rame, le case altro non erano che degli stanzoni al primo piano dove si mangiava e si dormiva mentre al pianterreno c'erano le stalle con gli animali che si allevavano per avere le uova fresche, la carne da mangiare ed il maiale da ammazzare a dicembre.
A poche centinaia di metri dal borgo si possono ancora vedere nei campi appena dissodati le orme dei cinghiali che vivono nei boschetti vicini, mentre i cannoni scandiscono la giornata sparando a salve per tenere lontani gli uccellini dai filari d'uva di qualità che dà vini e spumanti eccezionali, degni di accompagnare i piatti tipici a base di funghi, tartufi e cacciagione.
Le vecchie case sono state tutte ristrutturate ma mantengono il fascino d'altri tempi che tanto piace ai turisti.
Niente confettura di more quest'anno quindi, ma in compenso l'ho fatta con delle piccole pere che mi ha regalato la nostra vicina Franca. Ricordano le pere mastantuono tipiche delle zone interne della Campania, sono piccole e rotonde, buonissime da mangiare con quel loro sapore.
Io ho voluto farci la confettura per conservare ancora un pò i profumi di questa estate, per ricordare ogni volta che ne assaggeremo un cucchiaio i campi di girasoli, le rondini sui fili della corrente che ancora viaggiano sui pali di legno, il campanile della chiesa di Panicarola che batte ogni quarto d'ora.
Confettura di pere e cannella
1 kg di pere mondate del torsolo e della buccia e tagliate a tocchettini
500 gr di zucchero
il succo di un limone non trattato
2 pizzichi generosi di cannella ( che a noi piace tanto)
1 busta di Fruttapec 2:1
Voglio innanzitutto precisare che utilizzo il Fruttapec perché ai miei piacciono le confetture che non siano cotte a lungo, ma voi potete non utilizzarlo, diminuire a 300 gr lo zucchero e cuocere nella maniera tradizionale.
Per prima cosa ho versato il succo del limone sulle pere tagliate e le ho lasciate insaporire un pò, ho quindi miscelato il Fruttapec con lo zucchero e messo il tutto in una pentola d'acciaio con il fondo spesso e fatto bollire per 3 minuti, ho aggiunto la cannella e quindi passato il tutto con il mixer.
I vasetti di vetro sono stati prima ben lavati e sterilizzati per 5 minuti nel forno a microonde con 2 dita di acqua per almeno 5 minuti e fatti asciugare.
Ho quindi invasato la marmellata ancora bollente, chiuso i vasetti con la capsula, capovolti e lasciati così fino a completo raffreddamento coperti con un panno pesante, in questo modo si formerà il vuoto d'aria all'interno dei vasetti.
E con questo post voglio augurare buone vacanze a chi non c'è ancora andato e a tutti gli altri una serena ripresa delle proprie attività di sempre!! A presto ;-)