eccomi ritornata.
un frullatore di giorni, responsabilità, relazioni da intessere, schemi da spiegare, mani da stringere, e, perchè no, anche cibi “pietanze” diverse da assaggiare.
parlando al telefono col grancapo mi ha detto:
“bè, dottoressa, certo, sarà stato un viaggio istruttivo, avrà imparato molto!”
e così ho deciso di fare la lista delle cose che ho imparato.
1) gli abruzzesi sono persone di cuore, difficile da trovare per una certa loro diffidenza, ma di certo grande.
2) sono anche un po’ approssimativi, forse in questo senso sono solo un sottocampione degli italiani, ma ci sono particolari che mi hanno colpito: nel bagno dell’albergo mancava il tappetino per uscire dalla doccia e mi sono quasi ammazzata, per colazione, insieme al cappuccino c’erano brioscine confezionate stantìe, nei bagni dei ristoranti c’era di tutto ma mancava lo specchio, un po’ come se fossero sempre di fretta e dimenticassero sempre qualche pezzo per strada. sì, lo so che hanno avuto DECISAMENTE altre cose alle quali pensare, ma se uno apre un ristorante (e dove siamo stati erano aperti da tre mesi) mette gli specchi in bagno e cambia il numero di telefono su internet, invece di lasciare quello “pre-sisma” altrimenti come si fa a trovarlo?
3) in abruzzo si mangia da dio, ma questo lo sapevo già, ma anche dio è fritto.
4) avere, in una trasferta difficile, una collega molto valida accanto, aiuta molto più di quanto si possa immaginare, perchè fra le cose importanti in una trasferta di lavoro ai primi posti c’è non solo la competenza tecnica, ma c’è soprattutto il capirsi al volo, il sapersi togliere d’impaccio, il saper prendere decisioni al momento giusto, l’intendersi al volo con uno sguardo e anche, soprattutto, il sorridersi la sera prima di dirsi buonanotte e sparire ognuno nella propria camera, a riordinare i capelli, i pensieri, i calzini sporchi e a pettinare il sonno e la stanchezza.
5) ho imparato che il montepulciano nel bicchiere apre alla confidenza, anche con gli sconosciuti, e anche il ratafia.
6) ho imparato che a l’aquila le cose non cambieranno, la gente non entra nelle case e i giornali parlano di infermiere sexy.
7) ho imparato che per andare su internet da un albergo devo registrare i miei dati e che i miei dati vengono mandati alla questura, per via dell’antiterrorismo e che una minorenne senza documenti e clandestina viene rilasciata dietro una telefonata, sempre in questura da parte di un vecchio allezzito che pur di riaverla intorno la spaccia per la nipote di mubarak.
8) ho conosciuto il cane poldo e la sua timida coda. mi ha insegnato la tenerezza per gli sconosciuti.
9) ho imparato che viaggiare è sempre crescere, poco importa dove.