Oggi pomeriggio, uscendo dal supermercato (luogo per me catartico, soprattutto nei momenti difficili), sono passata davanti al fotogramma di una donna chinata nell'atto di allentare il colletto della tutina imbottita del suo bambino, causa il passaggio dal freddo dell'esterno al caldo dell'interno.
Questa scena qualunque mi è apparsa insolita per la sua lentezza e solennità: la donna non più tanto giovane, coda di capelli scuri, occhi stanchi, viso pallido, ma mi sembrava trepidasse di gioia. Come se stesse compiendo qualche rito sacro, ha semplicemente allentato una cerniera. Dentro la tutina e al centro del suo mondo c'era questo bambino, occhi a mandorla, capelli scuri, sguardo acuto.
Ho pensato che avesse sognato talmente tante volte questo gesto, da comprenderne realmente il significato, da goderselo, da centellinarselo, gesto che sfuggiva ai più, a noi che uscivamo distratti dal supermercato.
Purtroppo non ce la faccio a non sperare ancora che i sogni, soprattutto quando vengono continuamente disattesi, quando non si concretizzano subito, si realizzino, domani, ancora più profondamente.
Ma forse questo è solo lo specchio della mia testardaggine.