Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba, strappandogli tre promesse: quella di non mangiare l’uovo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro. Zorba chiede consiglio ai suoi amici Colonnello, Segretario, Pallino e Diderot, e grazie al loro indispensabile aiuto, la piccola creatura riesce a nascere senza problemi. La gabbianella orfana viene battezzata Fortunata (Fifì) dalla comunità dei gatti, e coinvolta da Zorba nel compito difficile di allevare questa inattesa ‘figlia’. La piccola Fifì si trova di fronte uno strano compito: quello di imparare a conoscersi e capire di non essere un gatto, prima di imparare a volare. E intanto, al fianco degli amici felini, si trova a dovere fronteggiare il pericolo rappresentato dai ratti che aspettano l’occasione per uscire dalle fogne, prendere il potere e proclamare l’avvento del Grande Topo. Un giorno Fortunata, mentre gioca con Pallino litigano e Pallino dice che Zorba e gli altri gatti la vogliono mangiare. Allora Fifì scappa e viene rapita dai topi per papparsela, ma all’improvviso entrano i gatti e la salvano. Dopo un po’ la gabbianella ormai diventata ormai grande, continua a pensare a ciò che le ha detto Pallino, ma Zorba la rassicura confessandole che non le faranno niente. Dopo qualche giorno, decidono di insegnarle a volare. Fanno tanti esercizi ma non ci riesce. Allora Zorba chiede aiuto a Bubulina e la padrona Nina, di portarla in cima al campanile di San Michele, dove poter dall’alto riuscire a volare. Arrivati in cima, Nina e Zorba convincono Fifì a volare perché ha paura. Fifì si butta ma alla fine rischia di schiantarsi al suolo, ma ecco che finalmente apre le ali e riesce a volare, saluta finalmente Zorba e va, Vola.
Dal 14 Gennaio al 19 Febbraio 2012
Orario:
sabato h.17 – domenica h.15,30, matinée ore 10.30
Biglietti:
Intero € 10,00 - ridotto € 8,00 per bambini e over 65
Tecnica: attori, musica e canzoni originali e canto dal vivo
Archivio fotografico: Fabio Gatto