Dopo quattro anni in cui la telepatia è stata protagonista senza macchia e senza peccato, ecco che inizia a mostrare i suoi lati oscuri. È un dono, certo, ma come tutti i doni è anche un cappio al collo per chi lo deve portare. In un certo senso Toby è la versione al maschile di Melinda Gordon di Ghost Whisperer: i punti di partenza sono i medesimi. Due civili prestati alle forze dell'ordine, due giovani alle prese con qualcosa più grande di loro. Toby legge la mente, riesce a entrare nei meandri dei pensieri altrui.
Melinda parla con i morti, o meglio i morti parlano con lei. I loro poteri (che conferiscono alle vicende quel tratto soprannaturale e paranormale che le rende vincenti) sono un'arma a doppio taglio, che pesano come macigni sulle loro vite personali. Il punto forte di The Listener sta proprio nel giocare tutto su una storia non scientificamente provata ma considerata dall'opinione pubblica plausibile.
Se la telepatia esista per davvero è uno dei quesiti perenni che scuote il mondo scientifico, da quando nel 1882 lo studioso Frederic William Henry Myers avanzò l'ipotesi che una comunicazione senza avvalersi dei normali sensi (vista, tatto e udito) fosse possibile. E in quel continuo oscillare tra fantasia e realtà si nasconde il successo dello show canadese che, senza grandi nomi alle spalle e senza i soldi tipici delle produzioni americane, continua, imperterrito, a macinare ascolti.