Uomini coraggiosi e temerari, ma con i loro vizi e le loro debolezze, come dimostrerà Michael all'inizio di questo nuovo capitolo quando lo vedremo costretto a letto, messo KO da un pericoloso agente chimico. È la seconda sfida psicologica per il sexy membro della Section 20, dopo che ha dovuto affrontare, lo scorso anno, la morte della moglie. Al suo fianco, come sempre, c'è Damian: sono più che amici, fratelli di battaglia, anche se i loro comportamenti sono agli antipodi. Ma è per quello che funzionano: l'uno completa l'altro.
Con strategia e prestanza devono scovare i terroristi e mettere a tappeto gli attentati su scala internazionale. E sono queste due doti che gli attori hanno dovuto imparare: lunghi e faticosi allenamenti hanno scolpito i loro addominali e irrobustito la loro resistenza fisica e lezioni a stretto contatto con veri membri dell'intelligence britannica e americana hanno consentito loro di guadagnare un sufficiente background militare. Per un risultato che sia più vero che mai e, proprio per questo, vincente. Perché uno show buca lo schermo soprattutto quando rimane con i piedi saldamente ancorati per terra.
Nella terza stagione, dopo l'uccisione del colonnello Eleanor Grant, il comando è passato al maggiore Rachel Dalton (Rhona Mitra), che ricerca il suo assassino, un uomo di nome Kamali (Zubin Varla), che ha stretti legami con Al-Zuhari e che lascia presto il Libano per il Sud America. Mentre Dalton rimane a Beirut per scoprire chi tradito la squadra, la Sezione 20 invia un equipaggio per rintracciare Scott (Sullivan Stapleton) e Stonebridge (Philip Winchester). I due, infatti, si stanno godendo una meritata vacanza in moto in California e sono in un bar: Stonebridge sta insegnando a giocare a biliardo ad alcuni clienti, Scott è nel ripostiglio con la figlia del titolare...
La terza stagione ci presenta due nuovi protagonisti: il tenente colonnello Philip Locke (Robson Green) e Kim Martinez (Milauna Jackson), l'agente della DEA a cui viene assegnato il compito di aiutare Scott e Stonebridge a recuperare Kamali dal "signore della droga" che ama essere chiamato "il Giaguaro" (Raoul Trujillo).