L'obbiettivo, come detto, è la riduzione del costo dell'energia elettrica. L'Italia ha un bel gap con nazioni come Germania e Francia: fino al 40% in più di costo dell'energia elettrica e fino a 4 volte più alto il costo del gas rispetto agli americani.
Il grafico qui sopra è tratto da una slide del Ministero dello Sviluppo Economico dal titolo Strategia Energetica Nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile, titolo emblematico che sottolinea i quattro obiettivi che il Governo si è prefissato (perchè in realtà sono quattro), due immediatamente rintracciabili nel titolo e gli altri due ve li dico io: riduzione del costo e sostenibilità ambientale per la parte evidente e sicurezza e crescita come naturale conseguenza.
Il come riuscirci è l'aspetto essenziale. Soprattutto attraverso due strategie: deciso passaggio al rinnovabile, con l'accoppiata gas-rinnovabili oltre il 70%, ed efficienza energetica.
Queste sono le due strategie principali, alle quali vengono affiancate altre cinque priorità, per un totale di sette.
Ricerca scientifica e innovazione tecnologica sono i due presidi fondamentali per sperare, per lo meno, di ottenere qualche risultato. Le linee di ricerca interessano le tecnologie legate alle fonti rinnovabili, come il solare a concentrazione e biocarburanti di seconda generazione e l'efficienza energetica, sia a livello di nuove costruzioni che a livello di apparecchi elettrici. Le sette priorità vengono analizzate nella slide indicata sopra. Vengono tratteggiate le linee di intervento e gli obiettivi sul medio e lungo periodo. Impegno ambizioso, come detto, per la breve durata del mandato dell'attuale Governo, ma traguardo comunque importante: da sempre le aziende segnalano il gap presente con il costo energetico di altri paesi europei responsabile, a loro dire, della ridotta competitività italiana. Ebbene, se a questo obiettivo ci si aggiunge quello di un deciso spostamento verso le fonti rinnovabili e di una riduzione delle emissioni di CO2, allora l'intento sembra molto apprezzabile, speriamo anche i risultati.
Per chi volesse approfondire, in questa pagina del Ministero dello Sviluppo Economico sono disponibili ulteriori dati e documenti.
imagecredit sviluppoeconomico.gov.it