"La crisi si apriva con mamma che si sedeva su sedie insolite: lo sgabello di sughero in bagno, la sedia di ferro nell'ingresso, che era lì solo per bellezza e che nessuno usava mai se non per appoggiarci l'ombrello"
Alan Bennet, Una vita come le altre
Che libro, gente. E non solo per le mie amate sedie rivelatrici.Lo sto centellinando, lo leggo quando ho quel briciolo di concentrazione in più del solito per non sprecare nemmeno una parola.
Bennet qui si è scuoiato per il lettore, ma anche per se stesso, raccontando la storia della sua famiglia. Niente melodramma, la tenerezza appare pudica e asciutta. C'è perfino ironia nella storia tragica, quella della grave depressione di sua madre e delle conseguenze per i suoi cari.
Questo libro io non lo voglio finire. Era davvero tanto tempo che non provavo questa sensazione e dire che i primi due libri di Bennet che ho affrontato (Nudi e crudi e Due storie sporche) mi erano sembrati ben scritti, interessanti, consigliabili, nulla di più.
Per chi vuole farsi un'idea e leggere recensioni serie, qui.
Io ora non ho tempo, la chiudo qui, devo andare a leggere...
(grazie MIV)
Questo post partecipa al venerdì del libro di Homemademama