L'area in questione era stata promessa dal governo federale alla Sealask, in base all'Alaska Native Claims Settlement Act che prevede di affidare a imprese indigene dell'Alaska 44 milioni ettari di foreste, 375.000 ettari dei quali dovevano essere situati nel sud-est dello stato. La Sealaska ha ricevuto fino ad oggi 290.000 ettari, ma molti sostengono che la che Sealaska li abbia gestiti con metodologie distruttive, abbattendo a raso circa l'80 per cento della foresta. La Sealaska è stata inoltre criticata in passato per aver ignorato le piccole cartiere locali, per esportare i tronchi direttamente verso l'Asia.
Secondo uno studio recente gli Stati Uniti hanno registrato un altissimo tasso di deforestazione annua, tra il 2000 e il 2005, battendo il Brasile, l'Indonesia, e il Canada, anche se secondo i suoi detrattori, lo studio non ha conteggiato la rigenerazione delle foreste.
I critici sostengono che il disegno di legge minaccia alcune delle zone più importanti dal punto di vista ecologico. La foresta di Tongass è un particolare habitat calcare carsico, che ospita specie come l'astore (Accipiter gentilis laingi) e il Lupo dell'Arcipelago Alexander (Canis lupus ligoni).
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