06/11/2010 - Il freddo era arrivato. Sapevo che il lago era completamente ghiacciato già da alcuni giorni e che la sua superficie non consentiva nessuna textutre. C'era un punto però in cui forse avrei potuto realizzare ciò che immaginavo nella mia mente.
Ero passato per il Passo San Pellegrino in estate di rientro da un'escursione sul Catinaccio; così ne approfittai per fare un sopralluogo in una location che da tempo avevo adocchiato: il Lago San Pellegrino (1886m slm), piccolo specchio d'acqua sulla cui superficie si riflette la vetta di Cima dell'Uomo (3010m slm).
La sveglia suonò ad un'ora improponibile, ma non conoscendo la condizione che avrei trovato sui passi e in loco ho preferito tenermi un margine di sicurezza. Il cielo in pianura era coperto, nemmeno una stella! Ma superata Fiera di Primiero all'altezza dei tornanti prima di arrivare a S. Martino di Castrozza sbucai dalla fitta coltre di nuvole!! Lo scenario si intravvedeva a malapena, la notte e l'assenza della luna celavano lo spettacolo nell'oscurità. Ma non era questa la mia meta, così mi affrettai a ripartire... Per fortuna le strade erano perfette, così arrivai a destinazione con largo anticipo.
Dopo essermi vestito a puntino, ho messo in spalla treppiede e zaino fotografico e sono sceso al lago. Come mi aspettavo, la superficie era completamente ricoperta dal ghiaccio, troppo fino per sorreggere il peso di una persona, ma con un'uniforme patina bianca sopra.
Sconsolato mi apprestai a raggiungere il luogo designato e con enorme sorpresa scoprii che il quel punto delle lame si insinuavano nel lago garantendo la possibilità di avere un minimo riflesso. In fretta montai sul treppiede la mia fidata D40, Nikkor 12-24 e filtri Lee! Ma non riuscivo a trovare il modo per sfruttare al meglio (compositivamente parlando) quella situazione. Il cielo era limpidissimo, i larici lungo le sponde celavano le strutture alberghiere del passo. In primo piano però avevo davvero poche scelte: data la lontananza della vetta era necessario un'inquadratura verticale.
Per la prima cartuccia decisi per una sgrandangolata spinta a tutta: 12mm inserendo in primo piano dei ciuffi d'erba di colore verde scintillante che parzialmente si trovavano sotto la superficie gelata (per raggiungerli sono stato costretto ad entrare in acqua e non avevo gli stivali!); il secondo piano poi si creava da sé, una "S" nel ghiaccio garantiva il riflesso delle cime baciate ormai dalla prima luce...
Poco più in là, invece, il riflesso delle vette era protetto da un geligo abbraccio; qui per dar maggior risalto alla situazione decisi di sfruttare lo zoom con un'inquadratura più stretta: 24mm per far entrare solo gli elementi essenziali.
Il momento magico era finito in pochi minuti, ma il calore dell'emozione che mi aveva regalato era più che sufficiente per non sentire i piedi bagnati nella neve, almeno fino alla macchina!!
Poi quando tutti si stavano per svegliare, ho messo in moto per rincasare...