Albanese e zalone : risate (amare) sulla politica. a suon di milioni di euro
Creato il 23 gennaio 2011 da Kelvin
Ormai è chiaro che non è un fenomeno passeggero: Checco Zalone frantuma ogni giorno che passa tutti i record d'incasso (Benigni compreso), e scusate se è poco. Qualunquemente, appena uscito, fa già registrare file da capogiro ai botteghini (l'ho sperimentato in prima persona oggi pomeriggio). E naturalmente non dimentichiamoci di Benvenuti al Sud, che seppur uscito ben prima di Natale (il periodo di 'vacche grasse' per il nostro cinema), ha raggiunto la ragguardevole cifra di 30 milioni di euro.
Con questi numeri, è evidente che c'è un nuovo tipo di comicità che si sta facendo strada, e non possiamo che rallegrarcene. Anche perchè arriva all'indomani dei risultati non esaltanti dei 'cinepanettoni', che segnano parzialmente il passo. Insomma, per la prima volta da tempo immemorabile le classifiche registrano un clamoroso dominio del cinema italiano, che piazza (per ora) tre film ai primi tre posti con risultati da capogiro.
E a questo punto, due sono le domande che più interessano l'appassionato di cinema: 1) quale è il motivo? 2) Si tratta di vera gloria? Inteso come: ad un consenso così alto corrisponde anche la qualità?
Cominciamo dalla prima. Quali sono le ragioni di questo 'ritorno di fiamma' alla comicità nuda e pura (e non spacciata da 'commedia' ?). Principalmente, come detto, la parziale disaffezione del pubblico nei confronti dei cinepanettoni. E sottolineo parziale perchè non dimentichiamo che Natale in Sudafrica ha incassato quasi 19 milioni di euro, mentre La banda dei babbi natale è arrivata a 21: sono comunque risultati di tutto rispetto per il nostro botteghino. Ma il calo c'è, è innegabile. E la ragione è tutto sommato abbastanza semplice, come dice Diego Abatantuono: 'Sono ormai venticinque anni che in Italia si producono cinepanettoni, e la gente si è un po' rotta le balle...' Come dargli torto?
Sarà per questo che Checco Zalone è piombato nelle nostre sale con la furia di un uragano: portandosi dietro la faccia de 'l'uomo nuovo', il 'comico giusto nel momento giusto'. Che bella giornata non sarà paragonabile a un film di Billy Wilder (per citare una battuta di un mio carissimo amico) ma ridere fa ridere, e anche parecchio. Certo, non è assolutamente vero che si tratta di comicità 'graffiante', 'alternativa', 'di pancia', come ho letto in molte recensioni... anzi, direi che è tutto il contrario: Zalone attinge a piene mani da Benigni e non s'inventa niente: prende bonariamente in giro il terrorismo, i pregiudizi razziali, l'eterna contrapposizione tra Nord e Sud (che aveva fatto anche la fortuna di Bisio) e lo fa in modo semplice, diretto, efficace ma non volgare. E anche abbastanza convenzionale, se vogliamo dirla tutta. Ma forse ha ragione Gianni Canova quando dice che 'Zalone mette in scena la 'prevalenza del cretino' : tutti abbiamo ogni tanto la tendenza a sentirci stupidi: Zalone, mettendo in scena uno più cretino di noi, ci fa auto-assolvere dalla nostra stupidità'. Ma, aldilà di questo, il merito principale di Che bella giornata è quello di essere un film 'vero', costruito e pensato con tutti i crismi, con una sceneggiatura semplice semplice ma non tirata via, e in grado di sostenere i tempi e i ritmi del lungometraggio. E di questo bisogna dargliene atto.
Cosa che invece non fa Antonio Albanese in Qualunquemente. Certo, qui siamo su altri binari di comicità. Albanese porta al cinema uno dei suoi personaggi più riusciti, baciato clamorosamente dalla buona sorte: i fatti (tragici...) di questi giorni superano di gran lunga la fantasia, facendo sembrare il film un instant-movie sulle 'dolorose' vicissitudini sessuali del nostro premier. Non poteva esserci miglior traino per Qualunquemente: la gente si riversa in sala per farsi amare risate, cercando la feroce complicità del comico siculo-brianzolo sulla degenerazione e l'imbarbarimento dei costumi del nostro ex-belpaese. E' una comicità 'cattiva', acida, masturbatoria alla Tafazzi se vogliamo dirla tutta: si va in sala per avere la conferma di quanto siamo stupidi e cialtroni, e di quanto davvero assomigliamo al personaggio di Cetto, che come dice lo stesso Albanese 'al confronto di certi politici di oggi può considerarsi un moderato' . Fin qui tutto bene. Però Qualunquemente crolla in maniera pateale nella sua struttura filmica: la pellicola non è altro che un susseguirsi di sketch, gag feroci quanto esilaranti ma tenute insieme senza nè capo nè coda. E che alla fine stancano lo spettatore invece di farlo divertire. Si ride nei primi venti minuti, ma poi la ripetitività di certe scene fa affiorare la noia, e alla fine l'oretta e mezza stiracchiata di proiezione sembra più lunga del solito... Albanese funziona bene da Fazio o a Zelig, dove in un quarto d'ora ti fa scompisciare dalle risate. Ma ancora una volta (come in Uomo d'acqua dolce e La fame e la sete) dimostra di non aver ancora preso le misure del film vero e proprio.
Da questo punto di vista meglio, decisamente meglio Checco Zalone.
VOTO A 'CHE BELLA GIORNATA' : * * *
VOTO A 'QUALUNQUEMENTE' : * *
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