L'area petrolifera a sud di Elbasan
Pozzi e pagliai
La strada corre quasi rettilinea su un terreno ondulato vicino alle colline. Questa è terra buona, irrigua e i campi sono coltivati intensamente, frutteti, serre, campi di mais rigoglioso, non come gli stentati campicelli della montagna o le terrazze sui fianchi delle colline alte, che a poco a poco si stanno rinselvatichendo. Lavoro immane di migliaia di persone che il regime aveva costretto al lavoro forzato collettivo, tentando di riscrivere l'orografia del territorio, nello sforzo di rendere autosufficiente il paese. Quaranta anni di sconvolgimenti che non riescono a trovare pace e sistemazione neppure oggi, anche se è ormai passato più di un ventennio, dopo la caduta del regime. Infatti uno dei problemi di più difficile soluzione dei contenziosi legati al passato, rimane proprio questo delle vecchie proprietà. Tutte le terre confiscate agli antichi proprietari terrieri, erano state date in gestione a queste cooperative, delle specie di comuni che hanno coltivato e provveduto per decenni alla sistemazione dei terreni, con titaniche opere di terrazzamento e regimazione delle acque. Capovolta la situazione, dopo il '91, si pensò di compensare i tanti anni di duro lavoro imposto a questa gente dando loro in gestione, con una sorta di usufrutto, le aree da loro coltivate o gli alloggi che avevano occupato per tanti anni. Tutto questo, tuttavia va a confliggere con i diritti di quanti, perseguitati politici e internati nei campi di concentramento e dei loro eredi, hanno tentato di rientrare in possesso dei beni loro espropriati.Pozzo in disuso
Qui rimangono solamente gli scheletri di un passato prossimo, le carcasse di un mondo che non c'è più, ma ancora ben visibile, un monito mescolato ai pagliai ed agli orti di pomodori, alla base dei quali razzolano le galline e da cui anche i deliziosi asinelli grigi che pascolano lungo il sentiero, si tengono lontani, come non volessero sporcare il morbido pelo grigio con quel nero appiccicoso. Quasi non trovi paesi lungo la strada, solo piccoli gruppetti di case, all'apparenza deserte, al centro delle quali, al massimo, quella più grande ha qualche seggiola fuori e un paio di tavoli, con una insegna della birra Tirana. Ti puoi fermare a bere qualche cosa, ma se vuoi mangiare, devi convincere il ragazzo che sta lì a chiacchierare con gli amici a lasciarti andare direttamente in cucina e a lasciarti preparare direttamente qualche cosa, un'insalata, yogurth, un po' di pesche succose. Lui lascerà fare, intento com'è a discutere con gli amici del campionato del mondo o se è ancora il caso di emigrare in Germania o in Svizzera. Le cicale intanto, continuano il loro assordante lavoro.Bar di paese
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