A Venezia rimase affascinato dalle opere dei pittori contemporanei, dai temi mitologici trattati nei loro lavori, da Gentile Bellini e dai lavori del Mantegna. Qui, travolto dall’abbondanza di opere d’arte, dalla vivacità e il cosmopolitismo della città lagunare, apprese i principi dei metodi di costruzione prospettica e provò meraviglia per quotidiane espressioni dell’unicità veneziana, dalla foggia degli abiti delle donne veneziane, ai granchi, alle aragoste. Poco dopo il ritorno da Venezia, iniziò i disegni preparatori per la sua più impegnativa impresa: le quindici xilografie per l’Apocalisse di Giovanni, pubblicata nel 1498 in due edizioni, una in latino e l’altra in tedesco. Dürer progettò un grandioso formato verticale con poche composizioni molto grandi che pubblicò personalmente. Quindici xilografie in tutto. Il suo vasto corpo di lavoro include pale d’altare e opere religiose, numerosi ritratti e autoritratti e le incisioni in rame. Grazie ai suoi soggiorni veneziani, Dürer immise nell’arte tedesca i motivi classici del rinascimento. Con sorprendente velocità l’Apocalisse diffuse il nome di Dürer in tutta Europa. Da quel poco le commissioni dell’elettore di Sassonia Federico il Saggio spianarono la strada alla carriera pittorica di Dürer, che iniziò a dipingere vari ritratti per l’aristocrazia norimberghese.
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