Il racconto, pur tra qualche necessaria concessione al saggio divulgativo, che a taluni può magari risultare pesante od ampolloso, coinvolge il lettore grazie alle atmosfere che riesce a dipingere, ricche di fascino e di aneddoti curiosi, che aprono uno squarcio attualissimo sulla vita della Roma del I secolo d.C., su cui si è fatta spesso tanta facile agiografia o denigrazione. Pagina dopo pagina, riusciamo quasi a respirare il clima di una realtà che contava un milione e mezzo di persone, caotica, afflitta da grandi problemi di traffico, di sicurezza, di pulizia, insomma una sorta di vero “melting pot” 2000 anni prima, abitata com’era da gente di tutte le razze, religioni e provenienze, tanto che si può dire che Roma è stata la prima città cosmopolita dell’occidente, un po’ la Londra o la New York di oggi per intenderci. Ma Angela ci permette anche di zoomare dal generale al particolare e di conoscere i sentimenti che poteva provare un gladiatore nell’arena, piuttosto che i segreti delle matrone per farsi belle, ma anche le mode, le acconciature, i modi di fare sesso, i piatti, a noi piuttosto indigesti, che facevano impazzire i romani, le atmosfere dei banchetti di neroniana memoria, ma anche quelle delle bettole, degli alberghi, dei bar e delle taverne e dei “famigerati” lupanari. Nulla sfugge all’autore che ci regala 320 pagine di esplorazione in quella città che, definita, ma senza dubbio lo fu davvero, Caput Mundi, forse, ancor oggi, non ha finito di lasciarci la sua importante eredità pressoché in tutti i campi del vivere civile. Da leggere senz’altro e per gli amanti del genere, ma anche per i curiosi che si accostano per la prima volta alla “romanità”.
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