Sono venuto a Viareggio la prima volta nel 1917 e credo che fosse anche la prima volta che vedevo il mare. Allora gli stabilimenti finivano poco più giù del Kursaal e precisamente al bagno Marco Polo, considerato da noi ragazzini come l'ultima Tule del litorale versiliese. Di Forte dei Marmi non si parlava affatto, Viareggio non aveva che un paio di alberghi grandi e per il resto erano tutte pensioni: la spiaggia ne riceveva un tono di vita familiare e modesta che era poi quella dell'Italia di allora.
C'era la guerra; ma io non seppi mai nulla all'infuori di certi allarmi sulla spiaggia: "un sottomarino tedesco... eccolo lì... un sottomarino tedesco". In realtà i sottomarini tedeschi non si fecero mai vedere. Passavano invece lunghi convogli scortati; e a casa si facevano provviste di zucchero, di grassi, di pasta. Questo è tutto.
[...]
La mia famiglia aveva il suo ombrellone vicino a quello della famiglia Soldati, di Torino. Ero un ragazzo indisciplinato e spesso mia madre mi mostrava il piccolo Mario Soldati dicendo: "Quello sì che è un ragazzo come si deve... alla sua età ha già salvato un bambino che affogava nel Po". Sotto un altro ombrellone, la principessa Jane di San Faustino raccontava agli amici che spendeva cento lire al giorno soltanto per mangiare. La principessa era vestita e acconciata come Maria Stuarda e raccoglieva intorno a sé tutta la nobiltà della spiaggia. C'erano intorno a lei anche alcuni ragazzi, assai bene educati e che parlavano l'inglese. La borghesia era snob e spingeva i propri figli a frequentare questi ragazzi. Ma io mi stancai presto e tornai ai figli dei bagnini.
[...]
( Alberto Moravia, "Estate 1917 Ricordi di Viareggio", brano tratto dalla rivista "Nuova Viareggio Ieri" N.4 agosto 1992 )Categories Tags