L’alternanza, nella vita, di momenti di gioco e libertà con altri nei quali la componente del dovere e dell’impegno prende il sopravvento, può non essere fonte di tristezza e malinconia ma motivo in più per valorizzare i primi, sia nel momento in cui accadono sia nel calore del ricordo.
Una saggezza questa che non appartiene ai bambini? Chissà. I piccoli sanno spesso sorprenderci. Come il ragazzino dalla zazzera riccia e scura protagonista di “Album per i giorni di pioggia”, albo scritto e disegnato dall’autore spagnolo Dani Torrent ed edito da Edizioni Corsare.
E’ l’ultimo giorno d’estate, una data che a tanti non suscita emozioni piacevoli. Sta piovendo, per giunta, ma là nella casa si intravedono persone intorno ad un tavolo e qualcosa di invitante che rassomiglia ad una torta di compleanno.
Il bambino narratore lo rivela subito: a lui piace questo momento. Non soltanto è il suo compleanno ma ha anche intorno tutte le persone importanti, quelle che gli vogliono bene, come la mamma, il papà, le sorelle…e perfino lo zio Ramòn, che quest’anno, per l’occasione, gli ha portato un regalo speciale: una macchina fotografica rossa, con al quale fermare attimi importanti e divertenti.
Forse, nell’epoca degli smartphone, ai bambini lettori potrà sembrare un dono desueto, un oggetto poco noto, quasi sconosciuto addirittura, ma il fascino dell’obiettivo, dietro il quale guardare il mondo, si svela nelle tavole successive, quando, rasserenatosi il cielo, la famiglia può uscire all’aperto, a godere degli ultimi momenti d’estate.
Si va. Il giovanissimo protagonista ci svela, nelle immagini soltanto e senza alcuna drammatizzazione – come se fosse semplicemente un suo attributo fisico come un altro – che ha bisogno per muoversi di una sedia a rotelle. Ma questa non appare certo d’impedimento, né al suo sguardo curioso né alla sua voglia di giocare.
E così via! Un bel “clic” sulla spiaggia alle sorelle che corrono. Un altro tra le onde per lo zio. Senza trascurare la mamma e il papà.
Per ciascuno infatti sta arrivando il momento di tornare ai doveri – la scuola per i piccoli, i vari lavori per i grandi – ma, in fondo, l’ultimo giorno d’estate è magico anche per questo e la gioia della vacanza si esalta sapendola valorizzare.
Credo che ci sia in questo libro un prezioso rovesciamento, molto controtendenza rispetto al contemporaneo, del concetto di consumare. Si consuma, sovente, per eccesso di banalizzazione, in una speranza, irreale e foriera di tristezze e insoddisfazioni, di prolungare per sempre il momento del piacere.
In questo racconto invece si consumano gli ultimi attimi di spensieratezza valorizzandone la finitezza ma, proprio in virtù di questa, amplificandone l’importanza e dando un senso al ricordo.
D’altra parte il ricordo – facilitato, mosso dalla fotografia – ha un significato solo se ritrae un momento di valore. E il valore – non sarà mai un concetto troppo banale e scontato per ricordarlo – è dato dall’essere immersi con tutta l’anima in ciò che si fa, nel condividerlo con chi si ama e nel sentirvisi a proprio agio.
In quest’ottica anche la disabilità si sveste del suo peso. Non perché si banalizzi, ma perché può essere superata. E non semplicemente da facilitazioni architettoniche ma, più in profondità, dal suo essere, pur nella difficoltà che può comportare (e il cui pensiero non sfugge al lettore adulto) inquadrata come caratteristica e non come sostanza.
Tutti i valori, le cose belle, gli affetti, le gioie che sono rappresentati nell’albo non hanno nulla a che fare con l’handicap, il quale quindi può essere pensato – deve essere pensato – non come un ostacolo alla vita ma come qualcosa che con la vita deve essere in grado di andare a braccetto.
Punto di forza indubbio dell’albo è costituito dalle grandi e ricche tavole. Su sfondi ocra che fanno pensare ad atmosfere d’altri tempi – come anche gli abiti, gli interni e gli esterni – o al momento, dolce e malinconico, del tramonto, s’aprono quadri pieni di movimento e di vita.
Originalissimo e raffinato poi il tratto dell’autore, come anche inusuali e molto efficaci le prospettive che sceglie per le sue scene. Indubbia la maestria nel conferire dinamismo ai disegni – ogni tavola pare davvero attraversata dal vento! – e il gusto squisito per i particolari che rivela una sensibilità delicata e poetica.
(età consigliata: dai 5 anni)
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