Alcatraz, JJ Abrams e i traumi telefilmici.

Creato il 18 gennaio 2012 da Cuoredilattice @cuoredilattice

Attenzione: la stesura di questo post è pesantamente influenzata dal risentimento che la sottoscritta prova per JJ Abrams,noto autore di serie tv, e dalla cocente delusione che ha provato guardando il finale di Lost.Sì,però fino a un certo punto.

Lunedì è andata in onda la nuova creatura partorita dalla mente malata di uno dei più controversi autori della serialità (JJ Abrams, che io chiamo simpaticamente JJ e che ha sfornato tra le altre cose Lost e Fringe): ALCATRAZ.

JJ mi ha incastrato di nuovo. Però questa volta anche no. Ecco,anche no. I primi due episodi di Alcatraz si muovono tra alti (pochi) e bassi (stile precipizio del Gran Canyon).

Quello che mi è piaciuto:

- La trama.

JJ è come quei bambini-geni che a scuola non si applicano.  As usual, le sue idee sono ottime e strizzano l’occhio a qualsiasi target, è efficace e furba l’idea creepy di far sparire 300 persone nel nulla dal carcere di Alcatraz  per poi farle riapparire 50 anni dopo,senza mostrare traccia alcuna di aspetto decrepito,anzi,sono tutti molto arzilli. Talmente arzilli che se ne vanno in giro ad uccidere la gente. Ma la saprà sviluppare bene quest’idea geniale? A ben vedere, la sua storia telefilmica ci dice di No.

- La scelta narrativa di muoversi su due piani temporali diversi risulta vincente perché rende dinamica un presente noiosetto. Al contrario della dimensione anni 60 in cui veniamo spediti tramite flashback,una realtà di gran lunga più interessante e cattiva.

Ecco,fine. Questo è tutto quello che mi piace. Il mistero di fondo è allettante ma non così tanto da dovermi sorbire le storielle tristi (e per niente approfondite) dei detenuti in giro a far macelli. Nemmeno in McGyver c’erano storie talmente mal sviluppate. Voglio dire,se volevo sorbirmi preistoriche storielle famigliari finite male mi guardavo Cold Case. O C’è posta per te.

Partiamo dal fatto che il team a cui dovremmo affezionarci è la copia sputata di Fringe (e non è che il cast di Fringe mi sia mai piaciuto più di tanto). Solo che al posto di Joshua Jackson abbiamo Hugo di Lost. Ecco.  Ma non fatevi ingannare dall’aspetto:il personaggio è dissimile nelle sembianze ma identico nel sistema dei personaggi: l’outsider del team.

La stessa poliziotta bionda,caparbia e coinvolta nei fatti. E fotogenica.  L’unica cosa che cambia tra le due serie è il taglio di capelli e l’attrice ma il personaggio è lo stesso.

C’è anche l’inutile assistente straniera,suvvia! (Per dovere di cronaca devo dire che in Alcatraz il personaggio è il protagonista di un colpi di scena,quindi non è completamente inutile. Sarà. Intanto però per 3/4 di episodio l’hanno fatta fuori)

L’unico personaggio interessante sembra Emerson (il tizio di Jurassic park molto invecchiato ma con la stessa smorfia,che mi rifiuto di credere sia un’espressione facciale) che prima sembra il solito duro dal cuore puro (zzz) invece si rivela un badass psycho,anche se non so se scopriremo mai il perché sia così incazzato con i detenuti.

Un altro personaggio che mi lascia perplesso sono i personaggi robot. Non sapete cosa sono i personaggi robot di JJ?? Sono quei personaggi che per metà episodio (o per metà serie) ti fanno credere di serbare grandi rivelazioni e invece poi…e invece poi se ne escono con “non me lo ricordo”. What?? E allora perché nell’episodio prima pronunci frasi solenni del tipo ” è meglio se mi uccidi”,come se sapessi cose che noi umani….?? Ah,già, doveri della sceneggiatura polpettone. Dire cose che non c’entrano nulla per dare quell’effetto phigo alla scena. Che importa se poi l’episodio dopo smentisco tutto? Personaggi robot,appunto,che agiscono telecomandati dal sensazionalistico.

Quello che mi ha fatto storcere di più il naso è pero la linea guida,l’impalcatura della serie che assomiglia spaventosamente a quella dei polizieschi. Ovvero un caso ad episodio toglie l’insonnia di torno. Non amo l’andamento sequenziale dei telefilm,mi piace la libertà di scrittura, la struttura aperta degli episodi. Quello che è emerso da questi episodi (e ancora una volta non si può non citare Fringe)è che gli episodi verteranno sul delinquente di turno e sulla sua storia,per poi svelarci piccoli dettagli della trama orizzontale (ossia quel filo rosso che unisce tutti gli episodi di una serie) con il contagocce. Episodi filler come se piovesse,quindi. E poi,diciamocelo, dopo aver visto come conduce le indagini Sherlock della BBC,tutto il resto è fuffa.  

Sparsi per il secondo episodio ci sono degli errori imbarazzanti di sceneggiatura (soprattutto il lato investigativo è veramente pietoso) mentre nel primo ci sono delle incongruenze che non capisco: se Emerson si sbatte così tanto per costruire laboratori sotto Alcatraz, e addirittura un’altra prigione ipertecnologica in un boschetto non meglio identificato, perché non ha avuto la brillante idea di mettere sotto stretto controllo Alcatraz stessa dalla quale, mi pare di aver capito, “resuscitano” i detenuti che poi da lì se ne vanno gironzolando per la città? Non ha senso. 

Così come non hanno senso molte reazioni dei personaggi totalmente ad cazzum. ESEMPIO: se vi stessero puntando una pistola in faccia, voi continuereste la vostra attività (in questo caso il cecchino) in tutta tranquillità oppure lascereste perdere e vi dareste alla fuga? Ecco.

Note sparse:

Il direttore di Alcatraz negli anni 60 è decisamente esagerato (troppo borioso e odioso) per essere vagamente affascinante come badass, e inoltre ha una somiglianza INCREDIBILE con Platinette. Giuro, è lei. Cioè Platy in versione uomo,non ditemi che non l’avete mai vista al Maurizio Costanzo Show.

La foto non rende giustizia alla mia affermazione. è proprio Platinette in tv.

Le musiche in crescendo alla Lost non ci stanno. Anche perché non ci stanno proprio i momenti di massima tensione. E la scritta abnorme sparsa in vari segmenti degli episodi nemmeno. Perché quella di LOST era sobria,invece questa fa venire il mal di testa insieme a tutti gli effetti sonori tipo lo scorrimento delle porte delle celle ogni 2×3 per passare da una sequenza ad un’altra. Ma perché? E la fotografia secondo me è tutta sbagliata per i flashback. è TROPPO GIALLA. Va bene l’effetto seppiato ma io direi che così è anche troppo. L’abbiamo capito che siamo negli anni 60 non c’è bisogno di smarmellare come se non ci fosse un domani.



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