Alcatraz - L'isola dell'ingiustizia

Creato il 06 marzo 2016 da Misterjamesford
Regia: Marc RoccoOrigine: USA, Francia
Anno: 1995
Durata: 122'
La trama (con parole mie): siamo nei primi anni quaranta quando James Stamphill, giovane ed idealista avvocato fresco di nomina, è assegnato come difensore d'ufficio ad Henri Young, detenuto di Alcatraz colpevole di aver ucciso nella sala mensa del carcere l'uomo che sospettava essere una spia delle guardie nonchè il responsabile del fallimento del suo tentativo di fuga, tre anni prima.
I due, vicini per età e dalla storia radicalmente opposta - il primo cresciuto sotto la protezione di un fratello maggiore già avvocato di successo, studente, figlio della San Francisco che conta, ed il secondo colpevole di un furto per fame che gli costò l'ingresso nel mondo criminale e nel carcere più duro dell'epoca - si scoprono non solo amici, ma anche compagni di una lotta che porterà il caso Young a porre sotto accusa la stessa organizzazione di Alcatraz ed i suoi amministratori, puntando il dito in particolare sul vicedirettore Glenn.

Gli anni novanta sono stati un periodo piuttosto buio da molte angolazioni differenti, per il sottoscritto, quasi e soprattutto a posteriori: liberatomi, infatti, del radicalchicchismo e della timidezza aggressiva giovanili, con il tempo mi sono reso conto di quanto i cult sguaiati degli ottanta abbiano influito sulla mia formazione, e di quanto ancora adesso voglia infinitamente bene agli stessi, al contrario di tanti colpi di fulmine figli dei nineties ora destinati alla vergogna - Poeti dall'inferno, giusto per citarne uno -.Eppure ci sono ancora titoli che, pur figli di un decennio che si è fatto distante anni luce dal sottoscritto, finiscono per solleticare le corde ed i sentimenti giusti: uno di questi è senza dubbio Alcatraz - L'isola dell'ingiustizia, giunto per la prima volta nell'allora casa Ford grazie al mitico Paolo dell'altrettanto mitica videoteca che fece la fortuna della mia infanzia, di recente riscoperto in bluray e mostrato per la prima volta a Julez, che pur essendo cresciuta nello stesso periodo aveva finito per perderselo.Tratto da una storia vera, il lavoro di Marc Rocco - regista ininfluente rispetto alla Storia del Cinema - appare come il classico procedurale viscerale e carico di emozione pronto ad influenzare il pubblico affamato di pellicole da Oscar, eppure a distanza di oltre vent'anni continua a convincermi e a dare l'impressione della pellicola assolutamente onesta, ben confezionata ed in grado di rappresentare le stelle e strisce ed il loro approccio in tutto il mondo.Grazie ad un cast in grande spolvero - ottimi sia Kevin Bacon, senza dubbio in uno dei ruoli migliori della sua carriera, e Gary Oldman, specializzato ai tempi nelle parti da sacco di merda - ed una confezione impeccabile Alcatraz finisce per risultare funzionale e godibile ancora oggi, quasi fosse una sorta di ideale membro della trinità dei film carcerari cult di allora insieme a Il miglio verde e Le ali della libertà, che prima o poi mi deciderò a recensire.Senza dubbio, rispetto a quanto accaduto nella realtà a Henry Young, quello che è presentato sullo schermo è il tipico prodotto a stelle e strisce detestato dai radical chic e dai detrattori della cultura sempre troppo sopra le righe dei nostri cugini oltreoceano, eppure c'è qualcosa, in questo dramma carcerario pronto a denunciare una delle realtà più difficili che si possano vivere nella vita ed al mondo, che finisce per andare oltre la retorica e quello che ci si aspetta o si finisce per aspettare da un prodotto di questo tipo.Ed ancora oggi, memore di quelle prime visioni in vhs e di tutto quello che è stato il mio percorso di cinefilo da allora in avanti, non riesco a trattenermi rispetto al concetto di azione e reazione che caratterizza il duello a distanza tra Kevin Bacon e Gary Oldman, così come ad un finale calcolatissimo eppure in grado di colpire dove è giusto essere colpiti: sinceramente, come per Johnny Cash nella sua San Quentin, penso sempre che la prigionia non faccia altro che amplificare le pulsioni ed i caratteri peggiori di un essere umano, e che la tortura legata alla stessa possa, di fatto, rendere chiunque tra noi il peggiore degli assassini.E se è giusto pagare le proprie colpe, quantomeno rispetto alle regole che ci permettono una convivenza civile, non lo è farlo nel momento in cui le stesse diventano un pretesto per chi si rifugia dietro incarichi di potere o tutelati dalla Legge proprio per scampare alla stessa.
MrFord
"San Quentin, what good do you think you do?
Do you think I'll be different when you're through?
You bent my heart and mind and you may my soul,
and your stone walls turn my blood a little cold."

Johnny Cash - "San Quentin" - 


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