Alcoa, Sulcis, Pomigliano e tutti gli altri che lottano insieme. Le P.I. individuali non hanno nemmeno questa possibilità, nemmeno la solidarietà di categoria. Persino i calciatori hanno l’associazione di categoria.

Creato il 03 settembre 2012 da Slasch16

Lo sterminio di massa messo in atto dal capitalismo sfruttatore e dalla finanza parassita delle banche contro i lavoratori è in atto già da tempo. Tra poco scadranno anche le forme di tutela tipo la cassa integrazione, per alcuni sono già scadute ed all’orizzonte non si vede nulla di nuovo se non i, soliti, sgravi alle imprese.
I lavoratori dipendenti possono socializzare e solidarizzzare nella lotta, manifestare insieme, anche se non cambia nulla sul piano economico e di prospettiva per il futuro.
Diciamo che esaurimento e depressione si condividono con chi ha lo stesso problema, è già qualcosa.
C’è una categoria senza nessuna protezione che è colpita, selezionata, dai cecchini del capitalismo che fa meno notizia perchè se buttano in mezzo alla strada 100, 1000, lavoratori la faccenda finisce per qualche tempo sui giornali, ne parlano persino alla televisione. Si occupano gli stabilimenti sperando che l’unione faccia la forza, spesso inutilmente.
Non sempre la vicenda finisce, bene, come nel caso della Innse di Via Rubattino a Milano, quando il padrone voleva smantellare la fabbrica, operativa ed in attivo, per dare spazio alla speculazione edilizia.
Sul piano del lavoro fu una lotta epica che portò alla vittoria, sul piano giudiziario ci sono ancora processi in atto per chi impedì il bliz della Polizia ed occupò la Tangenziale di Milano.

La lotta della Innse non è finita…

Se non altro rimane la dimostrazione che se la lotta è dura e senza tentennamenti qualcosa si ottiene.
A quei tempi presi l’auto ed andai in Via Rubattino per portare la mia solidarietà ai lavoratori, la fabbrica era occupata e fuori c’era un presidio permanente dei lavoratori presidiato dalla Polizia.
Discutevano, mangiavano lì, si davano i cambi ed informavano l’opinione pubblica.
Unità di intenti, condivisione e solidarietà si toccavano con mano, quello che non può fare chi è stato costretto ad aprirsi una P.I. individuale per trovare un lavoro.
Tradotto in italiano: un dipendente, vessato e sfruttato, senza nessun diritto, nessun paracadute sociale ma esposto unicamente ai ricatti del datore di lavoro.
Conosco P.I. individuali che dal mattino alle 6 sino alle 20,30, quando andava bene,  erano impeganti per una azienda sola, dovevano dare disponibilità al sabato e percorrevano più di 100 km al giorno per andare al lavoro, pagandosi la benzina.
Domanda: come può un consulente esterno di una azienda, assunto a contratto ed impegnato dalle 6 del mattino sino alle 20,30 della sera per una sola azienda cercarsi eventualmente altri clienti per crearsi un piccolo zoccolo di sopravvivenza?
Ve lo dico io, non è possibile. Non sono piccole imprese individuali come ci hanno raccontato i vari governi berlusconiani o quello di Monti, sono i nuovi proletari spremuti come limoni e senza nessuna copertura dallo Statuto dei Lavoratori o art.18 che si voglia chiamare.
Da decenni è in atto lo smantellamento sistematico dello Statuto dei Lavoratori, dell’art. 18 ma, per questi lavoratori lo Statuto dei Lavoratori non è mai stato preso in considerazione, è stato ammazzato nella culla.
O prendi o lasci, vale per i grandi professionisti che si possono permettere di non avere tutele perchè si tutelano da soli con le tariffe e con l’aiuto delle leggi che sanno manovrare molto bene avendo disponibilità economiche in grado di sostenerli. Basta vedere le liquidazioni che riescono a portare a casa dallo Stato o dai privati.
Non alludo a questi, alludo a chi è stato costretto ad aprirsi una P. I. perchè, come dipendente, non l’avrebbero mai assunto.
Questi vengono eliminati sistematicamente dai cecchini del capitalismo, prime vittime della crisi colpite in modo individuale e, quindi, senza fare notizia.
Eppure anche loro hanno famiglia, una casa, devono vivere.
Persino i calciatori hanno una associazione di categoria che li tutela, riescono ad avere delle liquidazioni in caso di rottura dei contratti, le P.I. individuali forzate no. Non hanno nemmeno questo e non possono manifestare in massa, occupare aziende, salire sui tetti e fare notizia.
Se una P.I. individuale sale sul tetto per attirare l’attenzione chiamano l’ambulanza e lo fanno portare via con la camicia dei matti.
I giovani che, istigati dai vari Grillo e dal sistema capitalistico, ritengono che la colpa della loro mancanza di futuro sia a causa della pensione dei loro padri o nonni, i diritti che si sono conquistati in piazza con sudore, lacrime e sangue non hanno capito niente e si stanno facendo scippare ogni diritto e la stessa Democrazia.
Lo scrivo e lo ripeto da anni invitandoli a scendere in piazza, occupare le fabbriche, gli uffici, lottare duramente insieme per i loro diritti ma non ho ottenuto niente, si limitano ad accettare i conti che il capitalismo ed i vari stregoni del web mettono a loro disposizione. Un autentico lavaggio del cervello che spinge una generazione contro l’altra dimenticando una cosa fondamentale: noi pensionati siamo l’welfare che il sitema, i governi, il capitalismo parassita ha tolto a loro, arrivando addirittura a tagliare le nostre pensioni direttamente ed indirettamente.
A questo ci hanno portato oltre trent’anni di oblio di classe. Di proletariato assente ideologicamente e fisicamente dalla lotta di classe, hanno accettato supinamente l’individualizzazione della società, del lavoro, convinti di fare parte degli emergenti.
Uno su mille ce la fa, cantava Morandi anni fa, oggi siamo ad uno su 10.000.
E’ questo che offre il capitalismo? Questo è sterminio di massa, come si faceva una volta con le guerre. Adesso ti fanno morire di fame o emigrare, come sono costretti a fare i nostri giovani.
Io sognavo un mondo diverso e per averlo ho fatto fare sacrifici alla mia famiglia, le ore di sciopero riducevano lo stipendio, ma lo Statuto dei Lavoratori l’abbiamo portato a casa, una pensione decente pure.
Per anni vi ho preso in giro, alludo alle nuove generazioni, perchè eravate assenti alle lotte ma presenti in discoteca o allo stadio, al pub, all’aperitivo.
Incitavo alla lotta, alla rivoluzione e facevo dell’ironia sul fatto che non c’era mai un giorno libero per la rivolta.
Sabato e domenica non se ne parla, siamo al mare o in gita. Lunedì è impossibile, siamo stanchi dei due giorni precedenti. Il  martedì serve per prendere atto della situazione, al mercoledì cerco compagni con i quali organizzare la lotta. Il giovedì c’è già chi lancia un’idea per il fine settimana, al venerdì si organizza.
E la rivoluzione? La lotta per i diritti e la Democrazia?
Non serve a nulla, noi non avremo futuro perchè i nostri padri ed i nostri nonni se lo sono mangiato, questa è la filosofia che il capitalismo ed il sistema vi hanno messo in testa.
Tanto vale andare al mare, magari con l’auto comprata con la pensione del nonno. Così quel parassita impara a rubarmi il futuro. Speriamo che campi, ad ogni modo, altrimenti mi sequestrano la maccina.
Buona giornata, oggi mi girano le palle, come da 63 anni a questa parte.
Questo sistema non mi piace, troppi parassiti, troppi politici, troppo ladri, troppi furbi e pochi, direi nessuno, rivoluzionario.
Io la penso così.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :