Alcuni chiarimenti circa il decreto svuotacarceri

Creato il 06 aprile 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

  apr 6, 2014    Scritto da Giacomo Conti   

A proposito del decreto “ svuotacarceri ” di cui si è sentito molto parlare in questi giorni, e che è giunto ad approvazione il 2 aprile dopo il voto favorevole della Camera dei Deputati, molto si è discusso a proposito delle proposte norme di cancellazione del reato di clandestinità e depenalizzazione della coltivazione di cannabis, seppur a uso personale. Come spesso accade nel momento in cui si affrontano tematiche controverse, l’informazione non è stata impeccabile, e si devono rilevare alcune imprecisioni, se non addirittura errori grossolani, che sembrano ingigantire la faccenda, che, in realtà, è ancora tutto tranne che conclusa.

Innanzi tutto, è opportuno chiarire che lo “ svuotacarceri ” dell’aprile 2014 non è altro che un decreto legislativo delegato, cioè una specifica forma di provvedimento legislativo che impone al Governo, ai sensi dell’art.76 Cost., di agire entro limiti di tempo e di materia, e di apportare modifiche ad una certa disciplina. A questo consegue evidentemente che nulla di quanto è stato “deciso” il 4 di Aprile sia già efficace: non è che un “auspicio”. Quel che poi il Governo deciderà non è per nulla già detto; l’unica certezza è che di questo argomento l’organo di vertice della Pubblica Amministrazione dovrà, entro i limiti di tempo di cui si parlava prima, pronunciarsi.

Secondariamente, è stata diffusa la voce che coltivare marijuana in casa, ovviamente per mero uso personale, non sarebbe più stata un’azione degna di essere penalmente perseguita, ma sarebbe stata depenalizzata e resa una violazione amministrativa. Niente più carcere, insomma, ma solo una pena pecuniaria. Questa, purtroppo, è una voce tanto imprecisa quanto speranzosa, giacchè al momento le norme che dovrebbero depenalizzare la coltivazione di cannabis riguardano solo taluni istituti universitari o di ricerca che hanno già ottenuto dal ministero l’autorizzazione alla coltivazione. In ogni caso, è un passo verso la depenalizzazione, e non è da escludersi che in sede di esame del decreto legislativo il Governo non voglia ampliare la misura anche ai privati.