Alcuni dubbi sull'opera di Gandhi

Creato il 14 giugno 2011 da Corradopenna

Gandhi e la la sua curiosa forma di nonviolenza: lo sapete che egli ha servito (dietro le linee, con incarichi non strettamente militari) le truppe inglesi durante la prima guerra mondiale? Davvero la sua "rivoluzione nonviolenta" è stata quel miracolo di cui ci hanno sempre parlato? E come mai il partito del congresso, fondato dal "mahatma Gandhi" è divenuto ben presto uno dei tanti strumenti di governo totalitario e di oppressione? E perché non si parla mai del suo atteggiamento nei confronti dei paria, detti anche intoccabili o Dalit?
Gandhi è stato pressoché santificato dopo la sua morte, ma è tutto oro quello che luccica? Se la maggior parte delle biografie parlano solo bene di lui (omettendo il suo rapporto problematico coi Dalit ed i loro leader) è pur vero che tra i paria, gli intoccabili, Gandhi non è molto benvoluto. Forse la verità sta in mezzo, o forse da qualche altra parte. Qui di seguito alcune righe tratte dal sito perlaperte, un ove potete leggere un articolo che potrebbe sembrare abbastanza obiettivo ... oppure no. Ppurtroppo non ho mai letto niente di più dell'autobiografia di Gandhi ed è difficile dare giudizi precisi su una materia così poco conosciuta riguardante un paese lontano.
Altri aspetti della lotta: l'intoccabilità
Gandhi, anche se ciò può sembrare stupefacente, non condanna il sistema delle caste, nel quale vede piuttosto un'organizzazione armonica della società, ma è irremovibile nella sua avversione alle perversioni del sistema e, in primo luogo, alla più grave di tutte: l'intoccabilità; egli afferma addirittura che fino a quando gli indù di casta disprezzeranno gli intoccabili, non potranno lamentarsi se i Britannici agiscono nello stesso modo con loro. In queste condizioni Gandhi non crede alla possibilità dello svaraj per l'India finché 50 o 60 milioni d'intoccabili saranno mantenuti in tale stato di inferiorità. 
I motivi della lotta di Gandhi contro questa istituzione sono molteplici: religiosi, morali, sociali e politici. Le sue modalità si richiamano tutte allo satyagraha per ottenere dagli indù di casta l'abolizione volontaria dei numerosi divieti che colpiscono gli intoccabili: emarginazione nelle scuole, negli alberghi, nei templi, il divieto di percorrere determinate strade che passano davanti a templi particolarmente venerati, ecc.
Bisogna notare che l'azione di Gandhi in favore degli intoccabili non è sempre stata compresa da questi ultimi, almeno da quella parte di loro che seguiva Bhimrao Ramji Ambedkar (1893- 1956). All'inizio del 1932 circolano voci secondo cui il governo britannico concederà, nel quadro di una riforma costituzionale dei collegi elettorali separati per gli intoccabili, per assicurare loro migliori garanzie nelle assemblee provinciali. In questa occasione, con grande sorpresa di molti, Gandhi si oppone categoricamente a una tale misura: per lui costituire un collegio elettorale riservato per gli intoccabili equivale a istituzionalizzare la loro condizione .
Dalla prigione di Yeravda, in cui è detenuto, Gandhi scrive a Samuel Hoare (1880- 1959), segretario di Stato per l'India, e a James Ramsay Mac Donald, primo ministro laburista, per protestare contro questo progetto e annunciare che, se non fosse stato abrogato, avrebbe cominciato un «digiuno a morte»; questa posizione suscita sorpresa, incomprensione e critica generalizzate da R. Mac Donald a J. Nehru. Il 13 settembre, il Mahatma annuncia che inizierà il digiuno il 20. Un'emozione enorme e senza precedenti scuote l'intera India; le maggiori istituzioni politiche, religiose e sociali tentano, in uno sforzo disperato, di trovare una soluzione che permetta al Mahatma di interrompere il suo digiuno. A partire dal 20 settembre a Bombay si tiene una conferenza tra i principali notabili indiani, tra cui Ambedkar e dopo molte discussioni si giunge a un accordo il 24 settembre, poiché Gandhi fa delle concessioni che Ambedkar stesso non osava sperare. Accettato dal governo britannico il 26, questo accordo, firmato nella prigione di Yeravda e più conosciuto sotto il nome di patto di Poona, permette al Mahatma di interrompere il digiuno, reso molto pericoloso dal suo stato di salute.
Con questo patto Gandhi accetta dei seggi elettorali separati per gli intoccabili due volte superiori a quelli inizialmente previsti; una «normalizzazione» di questo regime elettorale è prevista nel giro di dieci anni. I vantaggi ottenuti a prezzo di un digiuno tanto duro sembrano proprio minimi tuttavia per Gandhi l'elemento essenziale, l'unità indiana, è salvaguardato e in più l'emozione suscitata da ciò che gli storici britannici chiameranno the epic fast sarà così grande da incoraggiare un forte movimento in favore del miglioramento delle condizioni degli intoccabili che altrimenti non avrebbe certo avuto luogo.

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