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Alcuni passaggi tratti dai 23 papiri che compongono il Vangelo di Myriam di Magdala o Maria Maddalena

Creato il 27 dicembre 2012 da Cataruz
Alcuni passaggi tratti dai 23 papiri che compongono il Vangelo di Myriam di Magdala o Maria Maddalena

Uno dei primi miracoli di Gesù è anche il più contestato dalla Chiesa. In molti testi si fa riferimento al matrimonio di Gesù con Maria Maddalena: il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino è avvenuto proprio al loro matrimonio?

La Chiesa, naturalmente, contesta con forza perchè, questo fatto, dimostrerebbe che Gesù era “umano” e non solo divinità come lo si è sempre voluto descrivere. Non solo, ma testimonia come Pietro fu ostile a Myriam da sempre.

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Yeshua appare a Myriam di Magdala. In quel momento la madre di Yeshua, Mariamme, si avvicinò a lui dicendogli che non c’era più vino.

Guardai Yeshua e chiesi: “Mio caro, vuoi unirti a me per trasformare l’acqua in vino?

Sorridendo, rispose: “Si”.

Le brocche vuote furono riempite di acqua e poste davanti a noi. Mettemmo le mani sopra le brocche e chiudendo gli occhi pregammo in silenzio, mentre dentro di noi vedevamo il vino. Quando cominciarono a versare, dalle brocche usci un vino rosso d’annata. La mente è potente, con l’intenzione può fare di tutto.

Il matrimonio ebbe luogo quel pomeriggio e la celebrazione andò avanti per diversi giorni. Musica, danza, canti e festeggiamenti avvenivano con una gioia che non era stata provata per molto tempo dalla moltitudine lì riunita.

Dopo il matrimonio, Yeshua poteva essere chiamato Rabbi.

Quando rimanemmo da soli Yeshua ed io decidemmo che sarei tornata al mio tempio e lui sarebbe venuto con me. Quando avesse sentito la chiamata a uscire ed insegnare, potevo andare con lui per curare i malati oppure rimanere al tempio per adempiere ai miei doveri. Decidemmo di non fare del matrimonio una reciproca schiavitù; riconoscevamo la divinità dell’altro e il fatto che ognuno di noi aveva un destino da compiere.

Giuseppe e Mariamme ci offrirono alcune stanze nella loro casa, per quando l’avessimo voluto. Sapevamo che potevamo vivere anche con Marta e Lazzaro a Betania, quando necessario. Quando viaggiavamo separatamente o insieme, ci offrivano l’alloggio e i pasti.

I nostri seguaci aumentavano e ognuno di noi aveva il suo gruppo. Nel largo seguito di Yeshua c’erano dodici apostoli che erano più vicini a lui. Due fratelli, Simone e Andrea, erano le sue guardie del corpo, cercavano di evitare che rimanesse schiacciato dalla folla che si radunava intorno a lui.

Yeshua diede a Simone il nome di Pietro, che vuol dire roccia. Ridendo, affermava che Pietro aveva una testa durissima. Gli disse: “ Su di te, una roccia, costruirò la mia ekklesia”.

Per Yeshua significava che Pietro era alla prima soglia della comprensione. Il suo proposito era quello di elevare la comprensione di un’ekklesia in modo che questo gruppo potesse varcare altre soglie del Nous (il Nous è l’intelligenza divina che permette di dominare la materia modellandola a proprio piacimento: è il principio della Creazione), ma Pietro non aveva orecchie per sentire. Nel suo modo limitato di pensare, Pietro capì, errando, che era lui che doveva succedere a Yeshua.

Divenne evidente che Pietro aveva una forte ostilità verso di me e che era geloso delle attenzioni che ricevevo da Yeshua. Nonostante fossimo sposati, Pietro si risentiva se Yeshua mi baciava sulle labbra davanti a loro.


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