Aldo Moro, la vita e l’impegno politico

Creato il 19 giugno 2013 da Cultura Salentina

19 giugno 2013 di Redazione

«La responsabilità morale e penale della morte di Moro non ricade solo sulle B.R., ma sugli apparati dello Stato che idearono e promossero la “strategia della tensione” nella quale aveva trovato alimento il fenomeno del terrorismo; il gruppo delle B.R., quale artefice del delitto, mostra il fallimento della sua risposta alla criminalità degli apparati dello Stato. Il sacrificio di Moro non ha ancora mostrato il volto di chi pianificò la demolizione delle speranze del movimento giovanile nato nel ’68 e di chi credette in quelle controversie.

In sostanza, dunque, la Prima Repubblica muore con Moro, mentre con “Tangentopoli” si frantuma la sua originaria strutturazione, ma, ancor peggio, con la morte dello statista salentino la politica perde quella capacità, tipicamente morotea, di “ricerca di soluzioni ai bisogni specifici dell’uomo”. La nascita della II Repubblica sancisce definitivamente la fine della politica italiana, che perde il suo ruolo di ascolto e di mediazione fra i diversi interessi degli strati sociali per trasformarsi in una gestione degli interessi di parte»

(brano tratto da: Cosimo GIANNUZZI, “Aldo Moro, la vita e l’impegno politico, ebook Culturasalentina.it 2013, pp. 30-31)

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