In via Caetani, prima della telefonata, c’erano già gli antisabottatori che dovevano verificare non si trattasse di un’autobomba. Una versione che lascia perplessi. Ci potrebbe persino essere una svolta storica al caso Moro.
Sembra infatti che il cadavere di Aldo Moro, nel bagagliaio della R4 rossa in via Caetani, non sarebbe stato ritrovato dopo la telefonata delle Brigate Rosse, alle 12.13 del 9 maggio 1978, ma oltre un’ora prima, intorno alle 11.
Le indagini da poco riaperte potrebbero compiere una vera svolta ed il caso moro diventa a poco a poco un Cold case.
La nuova ‘versione’ è sostenuta da gli antisabotatori che per primi arrivarono all’R4 rossa, che non sono mai stati interrogati. Uno di loro, Vitantonio Raso, ha scritto un libro, ‘La bomba Umana’, nel quale dà dettagli che modificano la storia per come finora nota.
Lui ed il suo collega Giovanni Circhetta – sentiti dall’Ansa – spostano l’ora del ritrovamento dell’auto e del cadavere dello statista a prima delle 11, mentre era delle 12.13 la famosa telefonata delle Br che annunciava l’uccisione di Moro ed il luogo dove trovarne il corpo.
Alle 11, infatti, gli artificieri arrivarono in via Caetani per controllare che l’R4 non fosse una trappola esplosiva. Fu Raso il primo ad entrare nella macchina ed a trovare sotto la coperta il corpo di Moro. Poco dopo arrivò anche Francesco Cossiga, che finora si sapeva essere giunto in via Caetani solo poco prima delle 14 e quando Raso,sceso dalla macchina, comunicò che dentro il bagagliaio c’era Moro, non vi fu alcuna reazione da parte Cossiga e da chi lo circondava. “Sembrava che sapessero già tutto”,dice Raso.
Dal Maresciallo Giovanni Circhetta l’altra novità: sul sedile anteriore della R4 c’era una lettera. Circhetta è sicuro e si chiede che fine abbia fatto.
Una versione che è oggi corroborata dalla testimonianza di Claudio Signorile, ex parlamente e ex ministro dei Trasporti del governo Craxi, che era con Cossiga quella mattina: “Andai da Cossiga nella seconda parte della mattinata. Alle 12 si va a prendere un aperitivo non certo un caffè”, dice all’Ansa.
Quella mattina mentre era a colloquio con Cossiga al Viminale Signorile senti “l’altoparlante in presa diretta che annunciava che c’era un’auto in via Caetani con dentro un corpo e che andavano a verificare. Poi una seconda comunicazione che diceva, la ‘nota personalità’…”
L’orario? A microfoni spenti tempo fa Signorile disse “tra le 10 e le 11″. “Ero li per un caffè non un apertivo”, chiosa oggi come a ribadire quell’orario detto in totale controtendenza con la versione ufficiale della telefonata delle Br alle 12,13 a casa del Professor Tritto.