A. Bodnar, dalla serie Aldona's history
Stavo cercando foto di genere fashion, glamour, moda in poche parole, e a un certo punto mi compaiono davanti agli occhi queste immagini. Forse le cose più belle si trovano così, per caso oppure cercando altro. Non ho potuto fare a meno di guardarle tutte. E poi, soltanto dopo, di leggere la storia di questa ragazza.
È così forte Aldona, ha uno sguardo così fiero, così sicuro di sé, è così... figa! Tanto che ti perdi nei suoi occhioni e solo dopo un attimo realizzi che è disabile.Anna Bodnar, fotografa e grafica polacca che lavora molto sul corpo (con Aldona's history ha vinto il 1°premio Ritratto “Digital Camera Photographer of the Year”, 2010), ha avuto, a mio avviso, un grande privilegio quando è stata contattata da Aldona, questa ragazza di 19 anni, disabile dalla nascita, che non si arrende, non si piange addosso, ma cerca un riscatto, rivendicando il diritto ad essere una giovane donna attraente e piena di vita. Ma tutti questi aspetti io non ho bisogno di leggerli, li vedo già negli scatti, nella loro forza espressiva, sono l'esempio lampante di ciò che intendo quando parlo di fotografie che “stanno in piedi da sè”, di cui non ho bisogno di leggere la didascalia per capirle.Questo servizio mi spinge anche a un'altra riflessione. Tornando a ciò cui mi riferivo all'inizio: ho trovato questo servizio mentre cercavo foto glamour, ma effettivamente queste fotografie hanno delle caratteristiche tipiche delle immagini glamour (di alto livello). Il punto è: in quale genere si può “catalogarle”? Ancora più in generale: è così semplice definire il genere in cui rientra un'immagine? In questo caso, appunto, potremmo dire che si tratta di ritratti, ma con sfumature di un servizio fashion e perché non un reportage – atipico – sulla disabilità? Meditate gente, meditate (sotto l'ombrellone, scarpinando in montagna, in giro per il mondo).
A. Bodnar, dalla serie Aldona's history
A. Bodnar, dalla serie Aldona's history
A. Bodnar, dalla serie Aldona's history