Alessandro Petacchi è tornato a fare quello che sa far meglio: annichilire gli avversari, bruciandoli con una potenza inaudita e una rapidità fulminea che a 36 anni suonati stenta ad esaurirsi. Una vittoria particolare questa, la numero venti per lo spezzino alla corsa spagnola a distanza di dieci anni esatti dal suo primo centro alla Vuelta (2 settembre 2000 a Port Aventura). Oggi però, nell'arrivo di Orihuela, grande merito va al trenino Lampre che ha messo Alejet nella pista migliore per consentirgli di spiccare il volo. Dopo l'ennesimo tentativo di fuga (Montenegro, Isaichev, Pedersen, Roels) ripreso ai meno 5 km dal traguardo cominciano le danze tra le squadre dei velocisti in quest'ultimo arrivo prima delle salite importanti. Nonostante il tentativo di prendere in mano le redini di HTC Columbia prima e Quick Step poi è la formazione italiana a presentarsi in testa ai 1500 m dal traguardo con un Grega Bole generosissimo in grado di tenere alti i ritmi fino alla chicane dei 700 m all'arrivo dove ha preso in mano la corsa il compagno Furlan. A questo punto mancavano solo due curve prima degli ultimi 200 metri ed ecco che l'ultimo vagone del treno Petacchi, dopo essere rimasto in scia ad Hondo, parte con una velocità decisamente maggiore rispetto a tutti gli altri vincendo con autorità: Cavendish è ancora beffato mentre al terzo posto si piazza l'argentino Haedo. Tra gli altri velocisti segnaliamo il quinto posto per Tyler Farrar mentre Daniele Bennati chiude nono. Ma oggi la carovana della Vuelta ha poco da festeggiare: poco dopo la conclusione della tappa è spirato infatti, all'età di 43 anni, il massaggiatore del team Sky, nonché ex ciclista di Euskaltel e Saunier Duval Txema Gonzalez (VEDI FOTO). Una vicenda agghiacciante questa considerato il fatto che il decesso è dovuto ad un virus batterico che ha portato alla morte di Gonzalez in meno di una settimana. I primi sintomi per il massaggiatore basco sono stati avvertiti in occasione della partenza della Vuelta a Siviglia. Qui Gonzalez è stato ricoverato per ben tre volte senza per altro comprendere l'entità del male che lo aveva colpito. Solo ieri è stata ipotizzata la setticemia quando ormai l'infezione aveva intaccato molti organi vitali. Tutta la rabbia e l'incredulità di chi scrive e dei familiari si riversa immediatamente sui medici, incapaci di diagnosticare in tempo l'infezione riscontrata invece dall'equipe dell'ambulanza che stava portando Gonzalez verso casa a Vitoria. L'onta dell'infezione si riflette anche sul team Sky, che stranamente ha avuto 3 ritiri in questa prima settimana (Swift, Augustyn nella 3a tappa e Flecha proprio oggi) i quali sono stati bollati dai medici del team britannico come :"ritiri dovuti a un virus intestinale che nulla hanno a che vedere con la tragedia di Gonzalez". Speriamo a nome degli atleti che, almeno questa volta, i medici abbiano avuto ragione.
Alessandro Petacchi è tornato a fare quello che sa far meglio: annichilire gli avversari, bruciandoli con una potenza inaudita e una rapidità fulminea che a 36 anni suonati stenta ad esaurirsi. Una vittoria particolare questa, la numero venti per lo spezzino alla corsa spagnola a distanza di dieci anni esatti dal suo primo centro alla Vuelta (2 settembre 2000 a Port Aventura). Oggi però, nell'arrivo di Orihuela, grande merito va al trenino Lampre che ha messo Alejet nella pista migliore per consentirgli di spiccare il volo. Dopo l'ennesimo tentativo di fuga (Montenegro, Isaichev, Pedersen, Roels) ripreso ai meno 5 km dal traguardo cominciano le danze tra le squadre dei velocisti in quest'ultimo arrivo prima delle salite importanti. Nonostante il tentativo di prendere in mano le redini di HTC Columbia prima e Quick Step poi è la formazione italiana a presentarsi in testa ai 1500 m dal traguardo con un Grega Bole generosissimo in grado di tenere alti i ritmi fino alla chicane dei 700 m all'arrivo dove ha preso in mano la corsa il compagno Furlan. A questo punto mancavano solo due curve prima degli ultimi 200 metri ed ecco che l'ultimo vagone del treno Petacchi, dopo essere rimasto in scia ad Hondo, parte con una velocità decisamente maggiore rispetto a tutti gli altri vincendo con autorità: Cavendish è ancora beffato mentre al terzo posto si piazza l'argentino Haedo. Tra gli altri velocisti segnaliamo il quinto posto per Tyler Farrar mentre Daniele Bennati chiude nono. Ma oggi la carovana della Vuelta ha poco da festeggiare: poco dopo la conclusione della tappa è spirato infatti, all'età di 43 anni, il massaggiatore del team Sky, nonché ex ciclista di Euskaltel e Saunier Duval Txema Gonzalez (VEDI FOTO). Una vicenda agghiacciante questa considerato il fatto che il decesso è dovuto ad un virus batterico che ha portato alla morte di Gonzalez in meno di una settimana. I primi sintomi per il massaggiatore basco sono stati avvertiti in occasione della partenza della Vuelta a Siviglia. Qui Gonzalez è stato ricoverato per ben tre volte senza per altro comprendere l'entità del male che lo aveva colpito. Solo ieri è stata ipotizzata la setticemia quando ormai l'infezione aveva intaccato molti organi vitali. Tutta la rabbia e l'incredulità di chi scrive e dei familiari si riversa immediatamente sui medici, incapaci di diagnosticare in tempo l'infezione riscontrata invece dall'equipe dell'ambulanza che stava portando Gonzalez verso casa a Vitoria. L'onta dell'infezione si riflette anche sul team Sky, che stranamente ha avuto 3 ritiri in questa prima settimana (Swift, Augustyn nella 3a tappa e Flecha proprio oggi) i quali sono stati bollati dai medici del team britannico come :"ritiri dovuti a un virus intestinale che nulla hanno a che vedere con la tragedia di Gonzalez". Speriamo a nome degli atleti che, almeno questa volta, i medici abbiano avuto ragione.
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