Questa volta non me lo posso perdere!
Permettetemi questo momento di esaltazione ma, quando si aspetta con impazienza e curiosità qualcosa, l’oggetto atteso diventa una reliquia. Forse esagero ma, apro una parentesi (Ferrara offre molte opportunità) e chiudo.
Mi sono quasi affezionata a questo posto, tranquillo, ordinato e cortese. Nel mondo ci sono tante città con le stesse caratteristiche ma forse questa ha un pregio che a molti manca (vuoi il traffico, i disordini urbani e la forte globalizzazione) e questo pregio è l’armonia. L’armonia che forse non parte dagli abitanti ma dagli edifici, dalla storia che si nasconde dietro ogni crepa di muro, anche dietro quella causata dal terremoto.
Quando parlo di opportunità, parlo di Alessandro Bergonzoni. E non sono una che “mitizza” un personaggio pubblico ed è disposta a morirne. Anche io avrò avuto (e ho) i miei cantanti preferiti, avrò partecipato ai loro concerti ma non sono calva né tatuata. Mi capite.
Parlerei della storia, della cultura e dell’istruzione di questa incantevole città, ma preferisco lasciar dire alle brochure, alle associazioni culturali e ai libri di storia. L’Emilia, in sé, è una bella regione, basti pensare agli artisti che ha partorito, da cantanti come Luciano Ligabue, a scrittori come Stefano Benni, e ad autori e attori di teatro come Alessandro Bergonzoni.
Di quest’ultimo non scriverò biografia e opere – non sarà necessario – mi limiterò a esprimere la mia contentezza nell’aver saputo che sarà qui a Ferrara per il Festival “Internazionale”, al Castello Estense (nella Sala degli Stemmi) alle ore 17. In occasione del Festival, leggerà alcuni brani tratti da un libro “i cui proventi saranno completamente destinati alla ricostruzione della biblioteca di Mirandola, danneggiata dal terremoto che ha colpito l’Emila” insieme a Barbara Baraldi, Daria Bignardi, Guido Conti, Ugo Cornia e Beppe Cottafavi che introdurrà l’incontro.
Ecco, forse è questa la mia idea di mito.