Un vulcano in continua eruzione, un battitore libero, un talentuoso anarchico. Così Fabio De Luigi definisce quello che in La peggior settimana della mia vita è la sua spalla comica: Alessandro Siani. Nel film sono due amici, in particolare Siani è il testimone scapestrato e sciupafemmine del promesso sposo combina-guai De Luigi. Le sue battute sulla carta non sono moltissime, eppure, sullo schermo si rivelano le più esilaranti. Merito dell’ironia dirompente sianesca, ma soprattutto di quel suo gusto per l’improvvisazione, che anche nei suoi spettacoli è spesso la carta vincente con cui il comico partenopeo finisce irrimediabilmente per conquistare il suo pubblico.
Dopo questo film nessuno la chiamerà più per fare il testimone…
Ho accettato questo ruolo apposta, faccio un affare: quando fai il testimone è un guaio economicamente, poi alcuni matrimoni dalle parti mie durano anche 12 ore, è un sequestro di persona!
Quanto c’è di suo nell’ironia del personaggio?
Praticamente tutto. Già in Benvenuti al sud avevo avuto possibilità di sedermi al tavolo degli sceneggiatori, cerco sempre di mettere qualcosa di mio perché in realtà ho un problema grosso: quando mi rivedo e non sento le battute scritte da me mi sento male. Quindi se non fa ridere quello che dico è solo colpa mia, se fa ridere invece mi prendo i meriti.
Sulle prime non voleva accettare questo ruolo, come si è convinto?
Dopo Benvenuti al sud mi sono arrivati molt copioni, ma questo aveva una marcia in più. Intendiamoci, io ho fatto anche i cinepanettoni, ma questa commedia mi sembra inaugurare un nuovo filone: riprende i film americani, che a volte sono anche volgari, e prova ad essere più elegante. È un’idea che mi piaceva assai, per questo poi ho accettato.
Ha lavorato con Claudio Bisio, ora Fabio De Luigi: la loro comicità ha qualcosa in comune?
Hanno una certa eleganza nella loro comicità. Con Bisio sono sempre contentissimo di lavorarci, con Fabio già ci siamo promessi di rifarlo presto, sul set era fortissimo.
Quant’è importante per lei far ridere in tempi come questi?
Fondamentale, oggi basta una bolletta per farti piangere. Ma se ci pensi non ci riesci, devi andare in scena pulito, cristallino, spontaneo per funzionare.
Ha detto di voler fare un film da regista: di cosa tratterà?
Sarà una favola che racconterà l’Italia di oggi. Almeno, ci proviamo. Già ho punti certi, vivere in questo Paese ti dà tanti spunti, è una tragedia e si cerca di trasformarla in favola per essere ottimisti: si parla sempre delle intercettazioni, anche sui media si parla molto più del rapporto tra Berlusconi e Tremonti, ma nessuno poi fa il minimo accenno ai problemi veri del paese, dalla disoccupazione al problema delle case.
Argomenti che spesso voi comici portate sul palco, mentre i politici ne parlano poco...
Questo perché ci dividiamo il lavoro, ogni tanto ci mettiamo d’accordo: tu vai in parlamento e io vado a fare cabaret e viceversa! Mi manca solo lo stipendio da parlamentare, anzi ora che ci penso mi sa che mi faccio fare il rimborso per la macchina!
A marzo debutterà al teatro Sistina di Roma: cosa dobbiamo aspettarci da Sono in zona?
Uno spettacolo completamente nuovo, bellissimo a livello di scenografia, con un gruppo musicale strepitoso. Che altro, se c’è il pubblico sarà una cosa bella, se non c’è nessuno “me viene da chiagne” (mi viene da piangere, ndr)
Infine, cosa può anticiparci di Benvenuti al nord?
Fa ridere, e per noi che l’abbiamo fatto non è una cosa scontata da ammettere. Più divertente del primo di sicuro, non so se ha lo stesso sentimento: in Benvenuti al sud bastava vedere il mare e già ti emozionavi. A Milano il mare non c’è, magari qualcuno si emoziona pure a vedere un grattacielo, io non tanto, ma è un fatto personale.
Fonte: Panorama Blog