Alessandro Spigai grande figura del pattinaggio a rotelle mondiale si laurea nel 2012 Campione del Mondo, sia nella categoria solo dance, sia in coppia danza con Anna Remondini. Grande traguardo raggiunto, dopo che, negli anni passati, il regolamento non consentiva la partecipazione a entrambe le categorie, all’atleta la scelta in quale gareggiare.
Alessandro è il “piccolino” della nazionale seniores, impressiona sempre con la potenza delle sue tipiche spinte da “danzerino” e la leggerezza di un acquilone, ad Auckland ha conquistato con il suo “Volare” la serie di giudici.
Oltre che un grande atleta della specialità danza l’abbiamo potuto ammirare col piccolo gruppo show Roma Roller Team, sempre ai vertici della categoria già campioni del mondo 2010, Alessandro da sempre salta da uno stile all’altro come un grande artista, porta l’hip hop sui pattini rendendolo non goffo, sempre originale, porta da sempre tante novità dal punto di vista coreografico stilistico. Un professionista del pattinaggio Artistico, la passione che sprigiona ci porta a un coinvolgimento totale dei suoi programmi di gara e la standing ovation è naturale.
Quando sei nato e dove vivi?
Sono nato a Roma il 24 ottobre 1987 e attualmente vivo ancora nella mia amata capitale.
Cosa fai nella vita oltre che pattinare?
Sono uno studente universitario e più precisamente un ingegnere. Attualmente sto completando l’ultimo anno di specializzazione in “ingegneria delle infrastrutture viarie e trasporti” dopo aver già conseguito la laurea triennale in “ingegneria civile”.
In parole povere progetto tutte le vie di comunicazione come strade, ferrovie e aeroporti.
Cosa c’è oltre il pattinaggio nella tua vita, interessi?
Come il pattinaggio mi piacciono tutte quelle realtà che hanno al loro interno dell’arte. Non c’è una cosa in particolare: mi piace la musica, il cinema, la danza, l’arte in generale. Rimango sempre molto affascinato dalla cosa “non comune”, non penso che una cosa bella debba essere reputata tale in relazione al numero di persone che ne parlano o la conoscono. Mi piace sentire o vedere qualcosa di nuovo, qualcosa che mi dia modo di vedere le cose anche da un’altra prospettiva.
Quando hai iniziato a pattinare, come nasce la passione?
Ho iniziato a pattinare all’età di 8 anni un po’ per caso, un po’ perché i miei, sia a me che a mio fratello, hanno sempre voluto far provare più sport possibili affinché trovassimo quello realmente più adatto a noi. E’ anche per questo che il primo anno mi ero ritrovato a praticare, oltre a pattinaggio, anche nuoto e calcio, che poi col tempo ho abbandonato per dedicarmi maggiormente alla mia attuale passione ovvero il pattinaggio. La passione per l’appunto è nata col tempo: inizialmente lo facevo un po’ per gioco, senza tante velleità, poi dal gioco si è passati all’impegno e senza che me ne accorgessi, giorno dopo giorno, mi sono innamorato di questo sport ed è nata per l’appunto la passione.
Alessandro sei un “danzerino” a 360°, quest’anno hai vinto anche in coppia danza, hai preferenze tra le due specialità?
Come la vivi?
Molto spesso mi viene fatta questa domanda e ogni volta non ci penso due volte a rispondere che le scelgo entrambe. Sono due specialità che, anche se apparentemente possono risultare molto simili per me non lo so, perché danno modo di esprimermi in modo differente. In coppia provo emozioni che nella solo dance non è possibile provare e viceversa. Mi completano, dandomi la possibilità di esprimermi maggiormente. Il bello della coppia è che condividi tutto questo con altra persona, il che lo rende ancora più speciale, ma ovviamente come nella vita di tutti i giorni uno ha anche bisogno di ritagliarsi i propri spazi ed è qui che la solo dance rappresenta la mia valvola di sfogo.
In coppia poi ho la fortuna di pattinare con Anna Remondini, che oltre ad essere una grandissima pattinatrice è anche una grande amica, con la quale l’allenamento diventa anche un momento per confidarsi e parlare soprattutto di cose extrapattinaggio.
Da quanto pratichi la specialità della solo dance? Come sei arrivato a scoprire questa realtà?
Pratico la solo dance quasi dagli albori, partecipando quando ancora non esisteva un campionato italiano ma bensì un trofeo con categorie diverse rispetto alle attuali, per poi partecipare al mio primo campionato italiani di solo dance nel 2002.
La coppia invece la pratico da più tempo dalla categoria allievi, per poi gareggiare per ben tre anni nelle categorie promozionali A e B ed infine finalmente nelle categorie effettive. Insomma come si dice qui a Roma ero un “promozionalotto”, che piano piano è riuscito a farsi notare.
Che effetto fa la parola “mondiale” per te?
La parola mondiale per me rappresenta il traguardo più lontano che mi ero mai posto in tutti questi anni da atleta. Era uno sprono, uno stimolo a fare sempre di più, cercare di migliorare e crescere per pattinare un giorno con i più forti al mondo. Forse è questa la cosa che da piccolo mi affascinava di più: poter pattinare un giorno insieme ai “grandi” di questo sport, dove per tre minuti avevi la possibilità di far vedere a tutto il mondo chi eri. Poi una volta raggiunto questo traguardo subentra quello di riuscire a piazzarsi nella parte alta della classifica, conquistare una medaglia e ancor dopo la medaglia più pregiata… quella d’oro.
I campionati mondiali di Auckland rappresentano per me davvero il raggiungimento di un sogno, e la parola sogno acquista ancora più valore quando riesci a vincere non un oro ma bensì due: in coppia danza e in solo dance. Vincere in entrambe le categorie, per giunta nello stesso mondiale, è stato qualcosa di unico ed indescrivibile, ed il fatto poi che nessuno prima d’ora ci era riuscito rende il tutto ancora più magico.
Come sarà il futuro della solo dance?
La solo dance in questi ultimi anni ha avuto un crescita esponenziale dando la possibilità a molti pattinatori di trovare, come me, la propria “dimensione”. Come ogni cosa che sviluppa velocemente ha bisogno però di cambiamenti e di adeguamenti, sia dal punto di vista organizzativo della gara (molto spesso troppo lunghe e poco apprezzabili da persone esterne al settore), che dal punto di vista di introduzione parametri che possano rendere l’esercizio giudicabile il quanto più oggettivo possibile senza però dimenticare che il nostro è uno sport artistico.
Hai mai pensato di passare al ghiaccio?
No, o per lo meno non ci ho mai realmente pensato. Sono troppo affezionato a queste 8 ruote
Progetti futuri in pista?
Questo è davvero un domandone, perché io da bravo ingegnere la mia vita l’ho pianificata ma la sto ancora progettando, ovvero nel futuro spero di diventare un grande progettista ma al tempo stesso lasciando spazio anche al mondo del pattinaggio, che è la mia vita, come allenatore e coreografo. Amo molto l’aspetto coreografico di questo sport, il che mi ha portato da diversi anni a questa parte a “montare” pezzi sia a me che ad altri. E’ davvero bello vedere in pista tue creazioni eseguite da altri, una sensazione ancora più indescrivibile invece quando sei tu a pattinarle e specie se ti portano a vincere un campionato del mondo.
Il mio sogno è quello di riuscire a riportare a Roma la danza, cosicché chi abbia voglia di intraprendere questa strada non sia obbligato, come è stato per me, ad andare in giro per l’Italia, partendo da Viterbo, poi Bologna ed infine Rimini. E’ stato anche questo a spingermi quest’anno ad aprire una società tutta mia ovvero il “Pattinaggio Artistico Romano” (mi piaceva col nome dare un pizzico di Romanità che tanto mi contraddistingue).
Pattinatore idolo?
Come idoli ho sempre avuto ovviamente una coppia danza e come tali ho sempre seguito ed ammirato Mirco Pontello e Melissa Comin De Candido. Sono sempre stati il mio punto di riferimento e il fatto di aver avuto modo anche di gareggiare con loro in diverse gare nazionali e mondiali non può che riempirmi di orgoglio.
Pattinare nella Capitale com’è? Cosa offre Roma per questo sport?
Il pattinaggio a Roma vive una realtà molto diversa rispetto a quella di molte altre città, per lo meno da quello che ho avuto modo io di vedere in questi anni andando su e giù per l’Italia: tante società, poche piste spesso inadatte ad un’attività agonistica e quasi tutte scoperte. L’idea di un’unica grande società “Romana” sarebbe davvero una cosa bella, ma una società di questo tipo oltre ad avere ottimi tecnici dovrebbe avere a disposizione anche un impianto alla sua altezza, cosa che a Roma attualmente manca.
Alessandro tu sei campione del mondo anche col piccolo gruppo show Roma Roller Team,
dopo Portimao 2010 vi vedremo ancora in pista?
Il Roma Roller Team per me non è solo un gruppo di pattinaggio ma davvero un gruppo di amici. E’ nato dalla voglia di stare insieme non solo fuori dalla pista ma anche dentro, vivendo l’emozione della gara come se fossimo un tutt’uno. Molto spesso mi sento chiedere in giro come mai noi gareggiamo due anni si e due anni no, la verità è che ciò non è voluto ma bensì perché ognuno di noi ha la propria vita fatta di pattinaggio, lavoro, università, famiglia che alle volte, anche senza volerlo, porta alcuni di noi ad interrompere anche se momentaneamente la propria attività agonistica.
La scelta del gruppo in questi casi è sempre stata quella di aspettare che fossimo tutti, perché si ovvio che ci piace gareggiare, ma a noi piace farlo e ha senso solo se lo facciamo tutti insieme. Per questo motivo dopo l’indimenticabile 2010 di Conegliano, Nantes e Portimao, che ci ha portato a realizzare la prima tripletta per la categoria piccoli gruppi, abbiamo deciso di prenderci un periodo di pausa e ritornare per la prossima stagione agonistica 2013.
Dove potremo vederti? Prossime esibizioni?
Prossima esibizione in programma è L’ IRC international roller cup prevista per il prossimo 2 dicembre a Modena.
Palmares
Solo dance:
vice campione italiano 2012
campione del mondo 2012
Coppia danza:
Campione italiano 2012
Campione del mondo 2012
Gruppo spettacolo: (Roma Roller Team)
Campione italiano 2010
Campione europeo 2010
Campione del mondo 2012