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alessia e michela orlando: CARNE PAROLE E ALTRO IN "LA ZATTERA" TESTO PER IL TEATRO DI GIORGIO SANGIORGI-SCARICABILE GRATUITAMENTE

Creato il 16 agosto 2010 da Gurufranc

LA ZATTERA

di Giorgio Sangiorgi

di quale carne è fatta la letteratura, stavolta per il Teatro,

di Giorgio Sangiorgi?

Scaricabile gratuitamente in forma di e-book

dal sito di Edizioni Scudo

http://www.innovari.it/scet.htm

Riceviamo da Luca Oleastri:

Il nostro editor questa volta si cimenta in un testo teatrale dando alla luce un progetto a lungo covato. L'eroe della vicenda è un naufrago, categoria in letteratura quasi sempre metaforica della condizione umana. Dopo il terribile e notturno naufragio il protagonista mette insieme poche tavole e masserizie per realizzare una zattera di salvataggio, sulla quale si risveglia al mattino in preda alle sue paure, ai rimorsi e alle reminiscenze. Ma all'improvviso comprende di non essere solo: insieme a lui c'è una strana donna sconosciuta, la quale non solo non sembra affatto spaventata dalla condizione estrema in cui entrambi si trovano, ma comincia a parlargli di cose che lo sconvolgono perché ella sembra sapere di lui più di quanto ci si può ragionevolmente aspettare da un estranea. La zattera, metafora ideale del palcoscenico, diventa così il luogo di un complesso confronto tra due atteggiamenti verso la vita apparentemente inconciliabili.

Copertina di Luca Oleastri, 32 pagine A4, 6 illustrazioni dell'autore

-   EBOOK GRATUITO - Clicca sulla copertina per scaricarlo –

Si tratta di un testo che abbiamo letto un po' di tempo fa; oseremmo dire in anteprima, ma non ancora corredato della bellissima copertina firmata da Luca Oleastri e neppure delle illustrazioni interne dell'Autore. Va da se come siano pertinenti e capaci di narrare ciò che potrebbe essere il detto e il non detto. Forse anche quel che ogni lettore aggiunge quando legge ciò che altri hanno escogitato. La magia della situazione (la riviviamo senza rileggere) in cui si è inoltrato Giorgio Sangiorgi è estirpante. Potrebbe bastare la dedica per subire il primo strattone e trovarsi catapultati in una condizione che non è certo nuova nella letteratura mondiale (inutile fare esempi tanto sono famosi). E allora perché? Quale potrebbe essere la ragione di un testo per il teatro che ruoti intorno a un tema di tal fatta? Di quale altra carne è composta l'ultima fatica a essere pubblicata da Giorgio Sangiorgi? Non oseremo fornire risposte. Non è il nostro compito; assumerlo significherebbe ledere il diritto del lettore a leggere. Preferiamo porre altre domande, altre possibili suggestioni: Attraverso quali espedienti l'Autore induce ad alzare lo sguardo al cielo? E con quali altri ti costringe a ripiegarlo e orientarlo verso te stesso, a scendere in strati profondi della coscienza? E che ci fa il nome di Margherita Hack? E il tema della religione, una banca, le donne, la stazione di Bologna, Roma, Prato, un cuore stanco, il rifiuto del trapianto, da dove saltano fuori per trovare posto su una zattera? E la Gioconda e la Nona di Beethoven; e Dio e il Dalai Lama con annesso Verdiglione, gli atei, come si coordinano per chiarirci le idee? Con un po' di attenzione si scorgerà anche la presenza di Lapalisse e tante assenze: tutto ciò che non sappiamo, i desideri non avvertiti, le incapacità di ascolto e l'assenza della voglia di condividere i sogni. C'è ancora tanto altro; non manca l'impalpabile essenza delle nuvole, le forme che esse assumono; c'è il cosmo insondabile, che forse è solo l'immagine di se stesso, il volto più benevolo.

Infine accadrà quel che deve accadere: arriverà una nave. Qualcosa lo annuncia.



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