Magazine Cultura

alessia e michela orlando: IL MISTERO DI NAPOLI SVELATO DA GIUSEPPE UNGARETTI-I SUOI INCONTRI "OSCENI" CON LA NATURA DEL CILENTO

Creato il 16 agosto 2010 da Gurufranc

VIAGGIO NEL MEZZOGIORNO

di Giuseppe Ungaretti - Alfredo Guida Editore

Un libro da salvare. Giuseppe Ungaretti seppe entrare nella storia, nella cultura, nella mente dei napoletani:

Antico questo popolo lo è, non solo per il suo dialetto così profondo d'etimologie, suono e flessioni; ma per il suo attaccamento all'ispirazione panica della natura. Non ha dubbi sul mistero, e si premunisce contro la sorte invocando il miracolo. Verrà da tale natura anche la passione del giuoco?

Ungaretti con Viaggio nel Mezzogiorno ci restituisce il segreto più profondo della Campania e il suo interrogarsi sul passato di quei centri significa cercare una luce sul proprio futuro. Così nei luoghi del mito virgiliano il poeta troverà quella terra promessa a lungo cercata, cogliendovi gli spu- nti per il proseguimento della sua attività creativa.

È ciò che leggiamo nel sito di Alfredo Guida Editore. È ciò che andiamo a cercare nel libro; è questa l'ottica che ci interessa giacché pone sotto i riflettori la Campania come l'Autore.

Il viaggio muove da Salerno. È il 12 aprile 1932. Giuseppe Ungaretti coglie immediatamente un dramma: sta tutto nella potenza del mare e il senso di solitudine che ingenera. Anche se si sta nella folla di un porto. Quanto è attuale questa consapevolezza; è lampante la sua capacità di dimostrare la tendenza dell'umanità a dimenticare i pericoli, che la natura può essere matrigna. Impiega il suo tempo, Ungaretti, in scenari epici: pianura di Paestum, Agropoli, Valle dell'Alento, Elea, Punta Licosa; il Monte Stella. Siamo nel nostro Cilento. E da qui, dai luoghi geografici, va nella sua storia: Bizantini, Longobardi, Saraceni; Cicerone, Carlo V, Senofane, Parmenide. E infine l'incontro osceno. Quella con la Natura: Scendendo, m'accorgo di tre ulivi: hanno il tronco corto e liscio, e, grandissime, le braccia alzate. Non sono favolosi come altri, questi ulivi, ma sembrano, fino alla cintola ancora nel sepolcro, dei morti (nel libro è scritto forti; dovrebbe essere un refuso) resuscitati che per pietà vorrebbero tornare morti. Incontro poi delle piante oscene: asparagi selvatici, giovani cardi le cui foglie increspate, variegate come da cicatrici, s'attaccano alla terra come aspirate da un bacio.

Il 5 maggio 1932 è a Palinuro, nei luoghi che visitò Virgilio. È pescata la testa di Apollo.

Il 14 maggio 1932 è a Salerno. Il capitolo è intitolato: LA ROSA DI PAESTUM.

Il 26 maggio accarezza con lo sguardo e le sue parole lievi Ercolano.

Il 2 giugno a Pugliano; il 17 a Pompei.

Il 3 luglio 1932: è a Napoli, nella vecchia Napoli: piazza del Carmine e piazza del Mercato, dove Masaniello fece la rivoluzione.

Il 19 è ancora a Napoli e:

La durezza di vivere mi prende un senso così fresco e eterno, e così naturale e degna mi sembra la condizione di combattere…

Oh! mare…

Vasàmolo int'a l'uocchie!

Antico questo popolo lo è, non solo per il suo dialetto così profondo d'etimologie, suono e flessioni; ma per il suo attaccamento all'ispirazione panica della natura. Non ha dubbi sul mistero, e si premunisce contro la sorte invocando il miracolo. Verrà da tale natura anche la passione del giuoco? Vero è che l'ometto che se ne sta colle mani in mano a sedere su una panca di piazza Municipio aspettando il terno al lotto, dimostra di sapere – e non ha letto Pascal – quanto ci sia di casuale nella ricchezza.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :