alessia e michela orlando: LA STRUGGENTE NAPOLI IN ELEONOR RIGBY-MANLIO SGALAMBRO E LA "TEORIA DELLA CANZONE" DEDICATO A FRANCO BATTIATO

Creato il 16 agosto 2010 da Gurufranc

TEORIA DELLA CANZONE

Manlio Sgalambro, Franco Battiato, Eleonor Rigby: LA STRUGGENTE NAPOLI CHE FINALMENTE SCOPRIAMO

È MAGICAMENTE IN UNA CANZONE SCRITTA SENZA PENSARE ALLA ANTICA CAPITALE

Tutto ciò che vediamo o intuiamo nei due contenitori di riferimento, il mondo e la nostra mente, non è altro che il precipitato di qualcosa, di elementi che già c'erano, anche quando non li si conosce. E accade che nel loro brodo primordiale assumano vesti nuove, sino ad apparire come opere prodottesi dal nulla, magicamente. E sovente accade come tutto ciò che appare all'improvviso, ma dopo millenni di scorrimenti, sfregamenti, consunzioni, aggregamenti, commistioni, si bruci in un attimo. E accade che tu dica: tutto qua? Oppure accade che tu apra la bocca per la meraviglia e gridi al miracolo.

Tutto ciò, è universalmente noto, è stato compreso benissimo da Franco Battiato e da Manlio Sgalambro. Lo spiegano in ogni occasione che sia artistica o di vita vissuta. Vogliamo parlare del secondo, del suo TEORIA DELLA CANZONE, che a Franco Battiato è dedicato.

La musica ultimamente rifiuta la teoria e la teoria la ricambia.

È in tal modo che Sgalambro attacca e ci dice di un rapporto sdegnoso. Nel vuoto delle teorie che disertano, ad esempio, l'approfondimento del rock, l'Autore ci trascina nelle distinzioni tra musica leggerae no che sono cicatrici inferte dalla vita alla musica stessa. Quella che si chiama leggera porta nel nome il suo destino, come l'homme qui rit nella sua faccia. La 'filosofia della musica' auspica una riflessione sulla musica leggera nello stesso momento che le nega un'essenza, senza di cui però non si ha riflessione. Si vuole che si rifletta su di essa per dire poi che su di essa non si può riflettere.

Come si può notare, la riflessione è di profondità e veridicità ineccepibili.Ed è su questo registro che la trama libro si dipana; ci chiarisce tanto e insinua mille altre domande. Finalmente un profilo di riflessione altissimo ci costringe ad una analisi della canzone; ma ciò va fatto da una ottica creativa senza disdegnare la voglia di andare a scoprire ciò che Sgalambro cita a mò di esempio. Che ne potevamo sapere noi, venticinquenni, di Eleanor Rigby? Potevamo tutt'al più fermarci al fatto che fu cantata e inventata dai Beatles. A limite si sarebbe potuto anche tentare di cantarla, ma solo nella mente, giacché a voce alta non saremmo riuscitea prendere il motivo. E allora, mentre sospendi per un attimo l'avvincente lettura, attivi youtube e ascolti la canzone che diventa un sottofondo ideale per il seguito. Se ti viene, come è venuto a noi, il colpo apoplettico già alle prime note non devi fare altro che dare ragione a Sgalambro: è vero ciò che dice. Dietro i circa tre minuti di note e parole si avvertono i duemila anni occorsi per giungere a questa meta, a questo capolavoro. E già nell'attacco avremmo potuto dire: Basta! È tutto chiaro. Per capire cosa abbiamo provato, il lettore di buona volontà faccia ciò che abbiamo fatto noi: non mancherà di sentire anche Napoli e la sua storia millenaria.  


La foto: la copertina di Teoria della canzone di Manlio Sgalambro.



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