DOVE ANDAVANO DUE BAMBINE MENTRE LA DIGOS CONQUISTAVA ARMI IN PUGNO UN PALAZZO?
Un avvocato con la barba entrò nel portone affiancando l'ufficiale giudiziario. Poi riapparve: lo stridore di ruote lo aveva richiamato, ma continuava a essere sornione e non turbato: oltre duecento poliziotti si avvicinavano con passo deciso, con mitra e altro che li faceva apparire minacciosamente in assetto di guerra. L'avvocato scambiò poche parole con un ispettore in borghese e gli fece strada. Quello era un fortino della camorra, un intero palazzo in via Fiume, a Salerno occupato nel post-terremoto. Noi osservammo tutto: ci stavano portando alle giostre, lì vicino, sul lungomare. Erano i primissimi anni novanta (il terremoto risale al novembre 1980). Lo sfratto non si eseguì. Gli appartamenti furono lasciati lentamente, con una diluizione che durò due anni e mezzo.
Questo evento, se fosse stato contemporaneo (il film è del 1953) sarebbe stato forse richiamato in Siamo tutti inquilini?
È passata troppa acqua sotto i ponti, non siamo in grado di dire che piega avrebbe potuto prendere la narrazione, ma si può opinare che quelle menti (autori, regista, attori, musicisti) sapevano prendersi la libertà di escogitare temi attuali e improvvisare, anche durante le riprese, senza buttare un solo fotogramma. Quello, caso mai, era il vero problema: così come accaduto durante le riprese dei film neo-realisti, c'erano pochissimi mezzi e si doveva risparmiare su tutto. Molti film di successo nacquero dal riciclo di spezzoni di pellicola, residuati bellici che ancora potevano essere impressi dalle luci e dalla maestri di operatori entusiasti. Cosa avrebbero prodotto se avessero avuto a disposizione le tecnologie di oggi? Anche questo è difficile dirlo e si potrebbe addirittura immaginare che la loro creatività sarebbe stata compressa dall'assenza del bisogno di essere geniali.
IL FILM
Come si legge nella scheda del film (http://www.movieplayer.it/film/16541/siamo-tutti-inquilini/):
Una fortunata cameriera eredita un grande appartamento, ma mantenerlo le costa eccessivamente e a causa dei continui ritardi nei pagamenti, si attira le antipatie dell'amministratore. Il portiere dello stabile però, è dalla sua parte.
Il finale sarà lieto.
Ci pare essere il classico McGuffin alla Hitchcock: solo un pretesto per sfruttare il soggetto Vittorio Calvino (nello stesso 1953 era alla Rai Tv: la lasciò nel 1956 giacché era diventata già troppo burocratizzata e lottizzata) e Ruggero Maccari, attori come Aldo Fabrizi, Anna Maria Ferrero (ex compagna di Vittorio Gassmann; sposò Jean Sorel), Peppino De Filippo, Bice Valori, Maurizio Arena, Isa Barzizza, Enrico Viarisio; e la fotografia di Marco Scarpelli, il montaggio di Giuliana Attenni, le musiche di Saltina e Barzizza, la regia di Mario Mattoli che era felice di essere uno spregevole regista commerciale, e se ne fregava della critica. Fu un regista che nel 1928 ebbe il coraggio di abbandonare la professione forense, per organizzare spettacoli di varietà. Poi riunì alcune compagnie sotto il nome di "Spettacoli Za Sa". Nel 1934 arrivò alla regia cinematografica: diresse Vittorio De Sica nella commedia brillante Tempo massimo. Inutile dire che non gli mancò la genialità, tanto quanto bastò per distribuire agli italiani capolavori di comicità apprezzata dal pubblico. Dei film girati con Totò (diretto molte volte) evidenziò che avevano: una caratteristica, modestia a parte: incassavano molto di più di quel che costavano.
Alcuni suoi titoli famosi, che continuamente vengono replicati nelle varie reti televisive, sono: con Macario, nel 1939, Imputato alzatevi!; Lo vedi come sei?; nel 1940 Non me lo dire; Il pirata sono io; con Totò: 1948, Fifa e Arena; 1950 TotòTarzan; Totò sceicco; 1954: Miseria e nobiltà; 1960 Signori si nasce. Negli anni '40 aveva già realizzato film ispirati alla cinematografia francese: Luce nelle tenebre; Catene invisibili; Stasera nulla di nuovo; Labbra serrate.
Le foto: I - primo piano di Anna Maria Ferrero, tratto da un fotogramma.
II - Anna Maria Ferrero e Marcello Mastroianni in "Cronache di poveri amanti", del 1954.
III - La locandina di "Siamo tutti inquilini".