alessia e michela orlando: UN NUOVO PAESE DI CUCCAGNA-CONCORSO GRATUITO INTERNAZIONALE PER SCRITTURA E ILLUSTRAZIONE

Creato il 02 dicembre 2010 da Gurufranc

CONTRO CERTE PAURE: UN NUOVO PAESE DI CUCCAGNA

UN CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE GRATUITO

Non aver paura: "Po & SIA: paure e altri umani sentimenti in forme espressive d'arte" scrittura e illustrazione per tutti

La scadenza è fissata per il 21 marzo 2011 e la giuria, tanto per cambiare, è da paura.

Ogni viaggio, pare sia cosa acclarata, è ( sarebbe?) una metafora: ha (avrebbe?) lo scopo di celare il desiderio della morte, ovvero di quel momento sganciato dal tempo. In ulteriore sintesi: sarebbe la fuga dalla storia e dal presente che fagogitano l'uomo. Per queste ragioni è (sarebbe?) stato inventato il Paese di Cuccagna. Risulta evidente come svolgerebbe la funzione di rimuovere le tematiche qui agitate. Fuggire dalla carestia non è forse sfuggire alla morte? Alla luce di sollecitazioni più moderne, quel mondo sarebbe anche una realtà virtuale, in cui certi bisogni sono del tutto assenti o così sfumati che occorre uno sforzo di memoria per rimetterli a fuoco.

Ritornando al passato, anche per dar conto di quanto sin qui detto, liberandoci dal rischio di possibili obiezioni (forse addirittura: ciò che dite è apodittico. Dove sta almeno scritto?), spingiamoci fino al 1588; andiamo a Cesena: un Anonimo scrive un testo in italiano, cosa ancora abbastanza rara, per indurre ad andare nel paese di Cuccagna. Il suggestivo titolo è: Il piacevole viaggio di Cuccagna. Di novo ritrovato, et stampato a commodita di tutti i bon compagni, che desiderano andare in quel paese.

Non sorprende tanto quel commodita senza accento, quanto, piuttosto, il fatto che già allora vi era chi si occupava di gastronomia (forse anche eno, come va di moda adesso) nonché, tutto sommato, di qualità della vita: ovvero ciò che fa Meltin'Bo. Alla luce di ciò che quella penna osò scrivere, emerge che il viaggio poteva durare sette mesi, quattro per terra e tre per mare. Seppure vi fosse incertezza sul tempo esattamente richiesto (si facevano anche altre ipotesi), di certo la strada era lunga e irta di difficoltà. Tuttavia, giacché le osterie fornivano buon cibo a ottimo prezzo (oggi diremmo che è interessante il rapporto qualità prezzo), poteva certamente trattarsi di un viaggio stimolante, malgrado alcuni rischi: il paese era guardato, ovvero protetto, da soldati. Oltretutto: per attraversare la frontiera occorreva conoscere le formule giuste e, per giunta, prestare un giuramento raccolto dall'albergatore di turno che diceva: "…bisogna che tu osservi il mio latino". Questa frase è meno criptica di quel che sembri e non allude alla lingua parlata dall'oste: intende solo dettare la conoscenza delle leggi e delle consuetudini dello stesso fantomatico paese di Cuccagna. Testualmente vi si poteva leggere (si può ancora fare):

È ben ver che giurar qui ti bisogna

di non aver con teco alcun dinaro,

ed andar dritto senza dir menzogna

se non vuoi acquistar nome d'avaro.

Tradotto alla buona, significa che occorreva giungere in quel paese senza soldi; ma il semplice gesto dell'entrare assume un peso simbolico: siamo di fronte a una trasgressione, occorre un rituale specifico per poter varcare la soglia. Questa faccenda ricorda un po' la porta nella roccia che si apre solo si dice "Apriti sesamo" oppure il "Sim Sala Bim" di silvaniana memoria: basta qualche parola e ogni magia si compie. I simboli che si possono raccogliere in quella scrittura sono molti altri ancora e non manca certo l'abbondanza: c'è una foresta ricca di alberi i cui rami quasi cedono sotto il peso dei frutti maturi. Basta aprire la bocca e cadono fino a riempirla. Ovviamente poi occorre dissetarsi ed ecco che appare la fontana che distribuisce vino. Altre bocche lasciano spirare un vento carico di monete di oro e di argento. Può bastare: quel paese nessuno lo ha mai più ritrovato e il mondo che potremmo descrivere fantasiosamente, per l'effetto delle esperienze vissute, difficilmente potrebbe offrirci quelle meraviglie.

Si fa certamente prima a immaginare un mondo pieno di problemi e assillato da paure incontenibili; anche se, per fortuna, non mancano sentimenti umani non angoscianti.

Come fare per esorcizzarle? Come farlo in Italia? E potrebbe essere utile trasferire le stesse paure in un racconto, in una sceneggiatura, in uno spartito musicale, in una illustrazione? Le risposte invocate in maniera pacata, provengono da chi di certo non è in grado di darne. Tuttavia, vi è in Italia, come in altri Paesi, una notevole massa di scrittori, anche giovanissimi, che ha fantasia, creatività, sensibilità adeguate per raccontare aspetti che intorno alle paure ruotano, arricchendo i lettori. Basterebbe farsi un giro nel web e tra i tanti concorsi letterari per verificarlo.

Meltin'Bo, da cui è da poco nata Meltin'Books, si è posto il problema, e ha indetto un concorso letterario. Vi si può accedere, così come nel paese di Cuccagna, senza soldi. Anche in questo caso vi è simbolicamente una porta da aprire ritualmente: è la porta dell'anonimato. Noi, con Meltin'Bo-Meltin'Books, insieme a una giuria davvero valida, peraltro ancora in formazione e costituita con l'intento di dare visibilità a chiunque voglia partecipare spedendo le proprie opere, vogliamo favorire l'emersione alla notorietà. Il tema del concorso ruota intorno alla parola POESIA che contiene il nome del fiume italiano più lungo (ma nel bando si parla anche del Tanagro e del Sele), nonché il cognome POE: essenziale quando si deve scrivere di paura. Uno dei giurati, il dr. Aniello Landi (tra l'altro Vicepresidente dell'Osservatorio Italiani nel Mondo, organismo che unisce le competenze della Provincia di Salerno e della locale Università, presieduto dal prof. Vittorio Dini) che il regolamento lo ha letto molto bene, ci scrive:

Care Alessia e Michela, spett.le Meltin'Bo-Meltin'Books, ho avuto modo di vedere solo adesso il regolamento e, quindi, il progetto. Bellissimo l'itinerario cui sospinge: "Po&Sia". E' il richiamo al grande fiume, che, in certi momenti, fa veramente paura; ma "non avere paura" è il sentimento dominante sulla stessa paura. E' il corso percorso del fiume verso la foce; è il cammino dell'essere verso la sua meta, verso il suo compimento. E' questo il segno ed il richiamo profondo dell'urlo, del grido che è in ogni cuore umano. Perciò, stupefacente "L'urlo" di Munch! E, quindi, Sia. E' la preghieraad un Altro, ad un Tu, per il compimento di sè. Ciao! Aniello.

Il dr. Landi ha colto esattamente aspetti rilevanti e ce li spiega con una enfasi che abbiamo trovato stupenda. Toccherà ai concorrenti, poi, leggere il regolamento sapendo che si fa presto a partecipare: basta scrivere una poesia (massimo tre), un racconto, un romanzo, se si trova il tempo, una sceneggiatura per reading-teatro o disegnare un fumetto…in cui emergano la paura, soprattutto, ma anche altri umani sentimenti. Potrebbe anche essere utile immaginare una colonna sonora, un sottofondo musicale, un suono che ne enfatizzi il pathos. Tutto ciò che perverrà avrà visibilità e potrà, se di qualità adeguata, essere pubblicata in una o più antologie. Sarà, forse, anche possibile che nell'ipotesi in cui vi sia un vincitore assoluto questi possa pubblicare un proprio libro. In ogni caso saranno promossi eventi e mostre. I contributi vanno spediti allegandoli a una mail destinata a:

concorso@meltinbo.it.

Il bando, la giuria e la scheda di partecipazione si possono leggere qui:

http://www.concorsiletterari.net/non-aver-paura-%E2%80%9Cpo-sia-paure-e-altri-umani-sentimenti-forme-espressive-d%E2%80%99arte%E2%80%9D-concorso-gratuito-scr

È anche possibile richiederlo scrivendo a: info@meltinbo.it oppure: presidente@meltinbo.it, contattabili anche per risolvere eventuali problemi connessi alla spedizione degli elaborati.

Potrà essere utile farlo. Noi invitiamo chiunque voglia scrivere o disegnare, come se ci fosse possibile trasportare tutti nel paese di Cuccagna; ma senza condividere tutto e sperando che davvero qualcuno lo riscopra:

Venite spensierati e compagni

voi ch'avete si in odio il lavorare

amici dello grassi e buoni bocconi,

nimici del disagio e del stentare,

omini di gran cor, non già poltroni,

come gli avari vi voglio(n) chiamare,

venite tutti, che andiamo in Cuccagna,

dove chi più dorme più guadagna.


Illustrazione: un Paese di Cuccagna.

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