UN SOLE NEL LABIRINTO
Storia e leggenda di Raimondo de Sangro, principe di Sansevero
Giuliano Capecelatro Il Saggiatore
Abbiamo un rapporto speciale con il Cristo Velato (l'opera per la quale il Canova avrebbe ceduto dieci della sua vita, se avesse potuto essere stato lui a realizzarla): quando la storia che raccontiamo nel nostro e-book SENZA MACCHIE (Edizioni Scudo, di Giorgio Sangiorgi e Luca Oleastri), partita da Los Angeles, giunge finalmente a Napoli, gran parte della terra è stata cancellata. Per ragioni che qui non rilevano, il fenomeno che sta cancellando la Madre Terra giunge nella Cappella Sansevero. Il Cristo diventa il meccanismo attraverso cui il fenomeno trae l'energia necessaria affinché la cancellazione prosegua. Altra la trae dai libri. L'e-book è stato pubblicato a fine aprile, e non avevamo ancora letto UN SOLE NEL LABIRINTO. Non conoscevamo neanche bene la figura leggendaria di Raimondo de Sangro principe di Sansevero. Adesso sappiamo quanto sia radicata la sua fama. Come non bastasse, qualche tempo fa ci è giunta una mail di Giorgio Sangiorgi: era a Napoli. Vi era andato per vedere la cappella e il Cristo. Si è lamentato di un fatto clamoroso: quella cappella è il monumento napoletano meglio ristrutturato. Ciò gli ha fatto certamente perdere del fascino. Noi non i siamo ancora state e, quindi, il libro ci dà anche una lezione ulteriore: ci consente di avere una introduzione alta verso un grembo dalla straordinaria valenza artistica. E magico-esoterica.
Sono moltissime le storie e le leggende che narra e ogni volta lo fa con straordinarie capacità descrittive: non c'è immagine proposta che non segni a fuoco la mente. È un ottimo scrittore Giuliano Capecelatro. Occorre darne atto senza tentennamenti.
L'incipit: Il sole splendeva alto sul largo del Real Monistero…No, no, per carità! Certo che il sole splendeva alto, e non solo sul largo. A questo è chiamato nel gran disegno del cosmo. Che poi splenda su Napoli, non può davvero dirsi una novità. Schiere di poeti, letterati e musicisti, lungo il corso dei secoli, sono lì a testimoniare il rapporto privilegiato che questa città da sempre intrattiene, o almeno così lascia credere, con l'astro.
Di lì a poco, vediamo già spiccare il volo di Raimondo de Sangro nella storia. A bordo di una carrozza esce dal palazzo. È piccolo; lineamenti gradevoli; lo sguardo franco, ovvero libero, chiaro, con qualcosa di ingenuo. Da questo momento la storia decolla verso le presunte magie, le diavolerie. Ed è leggenda che si afferma in una Napoli ben diversa da quella attuale. Dal libro possiamo avere più squarci che la chiariscono. Così come è definitivamente chiarita la stessa figura del de Sangro, che all'epoca era continuamente nell'occhio del ciclone, continuamente osservato. È indubbio come fosse già visto come un comandante militare astuto e valoroso; come fosse uomo di scienza che non disdegnava l'invenzione di macchine belliche. Ma la sua figura era circondata da una aura di mistero che il tempo non ha dissolto del tutto. È certo che nottetempo si dedicasse a esperimenti alchemici, com'è indubbio che si avvalse dell'opera di valenti artisti. Anche per realizzare il Cristo Velato (Giuseppe Sammartino).
Un libro da leggere; un libro che non occorre svelare ulteriormente. Se, dopo averlo letto, ancora si vorrà immaginare Raimondo de Sangro come il principe nero o l'alchimista; come colui che ha tentato di sconfiggere la morte, lasciando in eredità formule oscure, ma andate comunque perdute; se si vorrà ancora attendere il suo ritorno, noi non diremo nulla per dissuadere chi vorrà desiderarlo.
Ci limitiamo a riportare l'ultima frase di Capecelatro:
Il tempo? La primavera aveva fatto il suo ingresso proprio il giorno precedente la morte di Raimondo de Sangro. Le cronache raccontano che, quel 22 marzo, il sole splendeva alto sul largo del Real Monistero…
Era il 22 marzo 1771 e aveva appena compiuto sessantuno anni.
La foto: copertina del libro UN SOLE NEL LABIRINTO
Storia e leggenda di Raimondo de Sangro, principe di Sansevero