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alessia e michela orlando: USURA-TRA PRESTITI EFFETTUATI PER MERA LIBERALITA' E ARTE IN VIA SAN BIAGIO DEI LIBRAI

Creato il 23 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: USURA-TRA PRESTITI EFFETTUATI PER MERA LIBERALITA' E ARTE IN VIA SAN BIAGIO DEI LIBRAI

USURA

Antico problema. Come fu affrontato a Napoli. Profili etici e artistici.

 

Scriveva F. Galiani in Della moneta, Libri cinque, Napoli, 1780, p.341 della seconda ed.:

Il danaro depositato [nei banchi di Napoli] vi si conserva religiosamente; e, sebbene noccia il ristagnamento, pure, poiché nuocerebbe più la perdita de' banchi, e l'una cosa con l'altra in una monarchia non possono essere, è bene il restare il danaro nel banco.

Sullo stesso tema, scriveva il G.M.Galanti, in Della descrizione geografica e politica delle Sicilie, Tomo III, Napoli, 1794, p.372:

La moneta è utile, quando la circolazione è diretta ad accrescere il numero degli agricoltori e de' manifattori, più che le opere di lusso; ad accrescere la marina mercantile più che il fasto odioso e la ridicola vanità.

Queste due citazioni sono, pari pari, l'esergo al libro IL BANCO DELLA PIETÀ DI NAPOLI, 1734 – 1806, NAPOLI, VIA DEI TRIBUNALI, 213, 1974.

È un libro dell'INSTITUT INTERNATIONAL D'HISTOIRE DE LA BANQUE, GENS D'AFFAIRES BANQUES MONNAIES FINANCES.

Un libro è sempre portatore di una storia, di storie. Questo si è presentato a noi in una libreria antiquaria; intonso;  strano. La domanda che ci siamo poste è stata: che ce ne facciamo di un libro che lì per lì non significa nulla, almeno per noi?

Non abituate a usare il tagliacarte per liberare i fogli, eravamo indecise: si trattava di fare anche uno sforzo fisico! Alla fine l'abbiamo comprato.

Una si è occupata di liberare le prime 50 pagine dalla condizione di verginità. Lo ha fatto parlando con enfasi: Ma che è sta cosa? Che senso hanno i fogli legati tra loro. Non è, forse, per un libro, segregazione razziale, violenza cotoniera; carcere a vita delle parole; condanna a morte mai eseguita o nascita mai perfezionata; pathos non vissuto; ancestrali orrori solo sognati, quindi incubi intessuti con umori medioevali, che vanno dallo scalpiccio dei cavalli nella notte cupa, alla garrota, alle ferite intercostali, alle macchie impresse a fuoco? Facciamogli prendere luce, lasciamole nascere!

Diremmo: e luce fu.

Lo è stato anche per noi, malgrado quelle pagine ci abbiano costretto a studiare nozioni mai incontrate. Si è poi proceduto: una dopo l'altra hanno visto la luce, finalmente, tutte le 344 pagine, nonché quelle successive e precedenti alla numero 1, non numerate, ma segnalate, solo le ultime due, con XII e XIII, della Prefazione a firma di Ennio De Simone.

Abbiamo potuto così scoprire che il libro è stato pubblicato con il contributo finanziario del Consiglio nazionale delle Ricerche; che Collection dirigée par Domenico De Marco; che Secrétaire de direction è: Francesco Balletta.

E abbiamo potuto scoprire che il Banco della Pietà a Napoli si trovava in un posto bellissimo: nella zona di Spaccanapoli, in via S.Biagio dei Librai, in fondo in fondo, alla fine del cortile del palazzo Carafa, del '600. Lì c'è una cappella, quella del Sacro Monte di Pietà: fu uno dei primi a Napoli, risale alla fine del '500, e aveva uno scopo: distribuire prestiti senza fini di lucro. La struttura è bellissima; fu progettata da G.B. Lavagna e attualmente è sede del Banco di Napoli. La facciata è tardo-rinascimentale. Vi si notano sculture di Michelangelo Naccherino e di Pietro Bernini, che a Napoli lavorò per venti anni, papà del più famoso Gian Lorenzo Bernini: le rispettive opere sono La Pietà e la Sicurtà e la Carità L'interno è a unica navata; vi si notano gli stucchi di Belisario Corenzio, Battistello Caracciolo, Luigi Rodriguez. Ospita moltissime opere di pregio: la Resurrezione di Girolamo Imparato, a cui mise mano, ultimandola, Fabrizio Santafede; l'Assunta di Ippolito Borghese; il Monumento del Cardinale Ottavio Acquaviva di Cosimo Fanzago; la Carità di Giuseppe Bonito.

Ritorniamo al libro, alla Prefazione:

La storia dei banchi pubblici, che operarono a Napoli dalla seconda metà del secolo XVI agl'inizi del XIX, non è un campo di indagine del tutto inesplorato. Le opere di Tortora, del Somma, del Petroni e del Filangieri hanno esaminato la nascita e le fortunose vicende dei banchi: le loro origini, l'affermazione contrastata dei mercanti-banchieri, le crisi monetarie del secolo XVII, la loro rovina fra il Sette e l'Ottocento sono stati, perciò, i momenti più trattati.

Prefazione esplora anche il Regno di Napoli sul piano della posizione occupata nella situazione europea e ci conduce verso un approfondimento tematico che è tecnico, eppure affascinante: contribuisce alla volontà di farsi una idea complessiva di Napoli negli ultimi secoli; apporta punti di vista etici in sé, giacché il solo tema del prestito come mera opportunità per far circolare la moneta anche in ambiti poveri, risolve o contribuisce a risolvere problemi umani, e contemporaneamente spinge verso modifiche nei rapporti sociali, malgrado le resistenze del ceto privilegiato. Tutto ciò portò a periodi con maggiori cariche eversive, innovatrici. Non mancarono, è noto, gravissimi colpi all'economia napoletana in occasione della carestia del 1764 e, a maggior ragione, nel periodo do guerra, l'ultimo decennio del '700, dove Napoli fu trascinata dalla politica borbonica: fu la rovina dei banchi pubblici che vennero, poi, definitivamente chiusi nel 1806.

Il libro ha un fascino strano: è nelle nozioni tecniche, come, ad esempio, i BILANCI APODISSARI (pagg.52-56), che sono, detta in soldoni, i bilanci emergenti dai libri dei conti, risultato dei depositi effettuati dai clienti.

Tutto ciò potrebbe apparire noioso: lo è; ma poi ti imbatti in copie di documenti dell'epoca; in ritratti (come quello di Niccolò Fraggianni che fu delegato protettore del Monte e Banco di Pietà dal 1754 al 1763); ti imbatti nella foto dell'interno della cappella del Monte della Pietà. Ammiri l'altare maggiore con la Deposizione di Fabrizio Santafede e sai che è successo qualcosa di interessante: non andrai mai a Spaccanapoli senza sapere cosa sia e cosa abbia rappresentato quella via, S.Biagio dei Librai, che ti porta alla fine del cortile del palazzo Carafa, del '600. Dove c'è una cappella, quella del Sacro Monte di Pietà…

La foto: Adorazione dei Magi, opera di Bernardo Cavallino; autore presente anche al Banco di Pietà.

 



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