Boni, in questa fiction tocca temi molto difficili.Mi sono sempre piaciute le sfide e credo che la tv debba portare cultura nelle case degli italiani.
Cosa l'ha convinta ad accettare il ruolo?Il dramma che vive il mio personaggio. La sceneggiatura è tratta da vicende realmente accadute che mi hanno riportato nella Torino degli Anni di piombo.
Ci dica di più del personaggio.Giorgio Venuti è un ingegnere della Fiat, è vedovo e ha due figlie che cerca di educare nel migliore dei modi. Ma una delle due ha scelto la lotta armata. Malgrado lo sconforto, Venuti riesce a reagire e a conquistare una sorta di rinascita, sia personale sia professionale.
Come ha reso credibile il difficile rapporto tra padre e figlia?Non essendo ancora padre non c'è nulla di autobiografico, però posso ricorrere all'immaginazione. Di quella ne possiedo quantità enormi, per fortuna.
Come si è documentato?Ho letto tutto ciò che era possibile sull'epoca. Graziano Diana, il regista, mi aveva detto che si era ispirato al libro "Pastorale americana" (scritto da Philip Roth, racconta la vicenda di un padre modello che vede la giovane figlia diventare una terrorista nell'America divisa dalla guerra in Vietnam, ndr), leggendolo ho trovato spunti interessanti. Poi ho studiato foto e visto diversi documentari sulle atrocità di quel periodo: attentati, omicidi...
Come si è trasformato in Venuti?Ho fatto crescere i baffi, che andavano molto all'epoca, e ho tagliato i capelli.
Lei all'epoca era un bambino. Che cosa ricorda di quel periodo?L'uccisione di Pier Paolo Pasolini nel '75 e di Aldo Moro nel '78. Però, vivendo in un paesino in provincia di Bergamo, mi sembrava tutto così distante...
Il sottotitolo della trilogia è: "Storie di tre uomini liberi". La libertà l'hanno pagata cara.La libertà è sempre stata pagata a caro prezzo, la storia ce lo ricorda di continuo.
Cosa si aspetta da questa fiction?Non ho mai grandi attese nel mio lavoro, spero solo che si avverta l'onestà di fondo.
Non ha paura delle critiche?Ringrazio sempre i critici perché sono i più attenti a come lavoro.
Intervista di Solange Savagnoneper "Tv Sorrisi e Canzoni"