Scusate se oggi non parlerò dei Dejavù ma vorrei fare un salto indietro nel mio passato. Quello abbastanza remoto.
Siamo alle scuole medie, ultimi compiti assegnati dai professori per rimediare alle stravaganti pagelle piene di 3 e 4, per non dire 2.
Vorrei raccontarvi di un ragazzo, compagno di scuola allora (si scrive con o senza accento?), grandissimo amico negli anni a seguire.
ALESSIO
La nostra professoressa di italiano e storia, amabilissima professoressa Carboni, decise di assegnare un fantomatico compito di storia per le ragioni riportate sopra.
Certa della nostra propensione a copiare dal libro di testo, probabilmente presa dall’emozione di vederci FINALMENTE giunti al capolinea, decise di uscire dalla classe per tutta l’ora del compito.
I migliori copiarono lievemente, probabilmente non si preoccuparono nemmeno di tenere il libro di testo sotto il banco.
Quelli bravini ma più portati al cazzeggio che allo studio, decisero di aprire ritmicamente il libro per verificare l’attendibilità di quanto stessero scrivendo.
Quelli più zucconi o meno appassionati alla storia o forse solamente quelli meno sicuri delle loro attitudini scolastiche, decisero di copiare spudoratamente ogni argomento dal nostro splendido quanto dannato libro di testo!
Tutti consegnarono prima, incredibilmente ma nemmeno tanto.
I giorni a seguire furono un tripudio di gioia e allegria.
Tutti, assolutamente tutti eravamo sicuri di aver rimediato il pessimo voto in storia.
Quelli bravi non avevano una mazza da rimediare ma festeggiarono ugualmente.
Quelli bravini ma portati al cazzeggio, a casa avevano riverificato le risposte e festeggiarono sonoramente.
Quelli più zucconi o meno appassionati alla storia o forse solamente quelli meno sicuri delle loro attitudini scolastiche, sicuri di aver copiato paro paro dal libro scolatisco, avevano già ordinato torte, paste, bombette e Tricketrack.
Dopo due giorni di insopportabile attesa, la professoressa Carboni, portò i compiti corretti con gli esiti scritti a caratteri cubitali sul fronte del foglio, con la sua sempre inseparabile biro rossa…
Tizio 8, Caio 9, Sempronio 6, Cicciobestia 7, Capataz 8…. ALESSIO 2.
ALESSIO 2… 2… 2… 2… 2… fu il suono che risuonò perentoriamente nella testa del mio povero e malcapitato amico/compagno.
“PROFESSORESSA MA PERCHE’?” si alzò in piedi puntando un dito verso la professoressa e alzando la voce.
“Perchè tu a differenza degli altri hai copiato” rimase serena e con un accenno di sorrisino beffardo.
“IO NON HO COPIATO”
“Invece hai copiato”
“SE HO COPIATO IO, HANNO COPIATO TUTTI. LEI CE L’HA CON ME, LO DICA”
“Alessio, tu hai copiato. Degli altri non ho prove, del tuo compito sono certa!”
“SOLO PERCHE’ CI SONO FRASI UGUALI AL LIBRO??? IO HO STUDIATO UN CASINO E HO STUDIATO A MEMORIA, ECCO PERCHE’ IL MIO COMPITO E’ UGUALE AL LIBRO DI SCUOLA”
“Va bene, allora lo passerò ai tuoi compagni che mi diranno se ho fatto bene o male a metterti 2″
Il compito passò per la classe e ad ogni sosta, il lettore scoppiava in una grassa risata.
Alessio diventava sempre più paonazzo, non comprendendo le ragioni di tali risate grasse per loro, troppo amare per lui.
Arrivò finalmente il mio turno, quando il mio occhio colse una frase scritta da Alessio, cerchiata ed evidenziata con la maledetta penna biro rossa della professoressa Carboni, che diceva testualmente così: “IL BRONZETTO RAFFIGURATO A PAG. 34, E’ DI ETA’ NURAGICA”
” O.° “ rimasi basito “forse il 2, lo merita veramente!”
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