Dalla nostra casa si vedeva il mare, nel golfo
delle montagne.
Il paese saliva con le sue scale verdi, tra gli
alberi rugginosi e incatenati, ad un gran
terrapieno a picco sulla valle. Lievito d’acque,
a sera, tra le canne ed il fogliame: odore d’erba,
aspro e rapido nel vento.
A petto largo si fiutava lo spazio come un
mare. Si capitava così nella notte: gli uomini
lenti appendevano i lumi alle case, ed il
paese rimaneva approdato ai banchi umidi.
Letto di ferro: nella stanza nuda, odore di
sorbe. Travi grosse al soffitto, dal balcone
aperto il vasto soffio della terra. Intirizzivo
nella mia carne, dormivo ridente ed intero.
Alfonso Gatto