La rappresentazione del Theatre de L’Oeuvre suscitò reazioni contrastate e accalorate, anticipando in questo quel clima di provocazione e reazione che di lì a qualche anno sarebbe divenuto lo stile di comunicazione privilegiato delle avanguardie. L’esplosione del simbolismo in un orizzonte dominato dal mostruoso e dall’assurdo ne fecero un antesignano del Surrealismo e del Teatro (per l’appunto) dell’Assurdo. Antonin Artaud, non a caso, battezzò la sala dove fece le sue prime esperienze autonome Teatro Alfred Jarry. Il suo abominevole eroe è divenuto eponimo di una band di culto dell’underground americano degli anni settanta e ottanta e di uno dei più prestigiosi premi teatrali italiani, oltre a divenire un paradigma del fervore apocalittico del novecento. Jarry, negli anni a seguire, riprese Ubu e lo sviluppò in una trilogia, scrivendo Ubu incatenato e Ubu cornuto, oltre a proporre un adattamento per il teatro delle marionette. Inoltre, scrisse altre opere narrative come L’amore assoluto, sempre segnate dallo stile iperbolico e paradossale, prima di morire per una tubercolosi, aggravata dalla trascuratezza e dagli abusi alcolici, nel 1907 a soli 34 anni.
Ma il personaggio di Ubu non fu l’unica crazione di Jarry a influenzare profondamente la cultura del novecento. Parallelamente ad esso, Jarry concepì una singolare teoria pseudo-scientifica, denominata Patafisica, già presente nella saga di Ubu e compiutamente enunciata nel romanzo pseudo-filosofico Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico, uscito postumo nel 1911. La Patafisica, è la scienza delle soluzioni immaginarie che ha per oggetto l’eccezione, piuttosto che la norma. L’intento di questo semiserio sistema filosofico era di scardinare, attraverso la dissacrazione e il paradosso, le certezze dell’imperante razionalismo scientifico. L’ambivalenza della teoria – dissacrazione iconoclasta e proposizione onnicomprensiva dei fenomeni – esercitò un notevole influsso in svariati settori dell’arte e della cultura del novecento, sia attraverso una rilettura artistica (Raymond Quenau, Enrico Baj, Boris Vian, Il movimento Panico di Arrabal e Jodorowsky) e la costituzione di circoli e accademie, sia cogliendo nel paradossale sistema filosofico gli aspetti organici a un’interpretazione del mondo contemporaneo. In questo senso, uno dei più grandi filosofi del secondo novecento, Gilles Deleuze, considerò la Patafisica precorritrice della Fenomenologia.