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Algeria: allarme dei servizi segreti. Cooperanti nel mirino di Al Quaeda?

Creato il 30 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Algeria: cooperanti a rischioSembra che la situazione nel deserto non sia per nulla pacifica, l’allarme viene lanciato dai  servizi segreti algerini che prevedono a breve nuovi sequestri di cittadini stranieri nei paesi del Sahel africano.  A darne notizia sarebbe il quotidiano algerino ‘el-Khabar’, l’intelligence di Algeri ha inviato una informativa alle forze di sicurezza dei Paesi della regione nella quale avverte che l’organizzazione di al-Qaeda nel Maghreb islamico ha pianificato nuovi rapimenti di cittadini occidentali presenti nell’area. Si e’ appreso inoltre che il prossimo sequestro sara’ eseguito da terroristi mauritani.  Associazioni ed Ong sarebbero nel mirino. Nel medesimo lancio di agenzia si legge che i servizi segreti algerini, ritengono che i tre sequestri avvenuti in Algeria e in Mali, tra cui quello dell’italiana Rossella Urru nel campo del Fronte Polisario a Tindouf, sarebbero stati eseguiti da un gruppo guidato da un algerino, Bin Wahi Abdel Baqi di 44 anni, che proviene dalle province orientali del paese. Parla correntemente inglese e francese e sarebbe in competizione con le altre cellule di al-Qaeda presenti nel Sahara. Il suo gruppo e’ stato formato di recente per volonta’ del leader di al-Qaeda nelle regioni desertiche del Sahel, Abdel Hamid Abu Zayd, con l’obiettivo di eseguire i sequestri.

Tra agosto e novembre sono sei i cooperanti in prima linea che  si trovano ancora nella mani dei rapitori. Nessuna notizia certa su  Rossella Urru, la responsabile dei progetti del Cisp nei campi profughi Saharawi, non diversa è la sorte di  Francesco Azzarà, 34 anni, operatore umanitario di Emergency, sequestrato il 14 agosto scorso a Nyala, capitale del Darfur, in Sudan, mentre si trovava in auto per raggiungere l’aeroporto.Emergency se sino a poche settimane fa riteneva la liberazione di Azzarà imminente ora percepisce che i tempi si dilatano, a tal riguardo Cecilia Strada ha dichiarato:  «”non ne conosciamo i motivi. Siamo solo stati rassicurati positivamente dalle autorità locali sul suo stato di salute”. Niente poi si sa di due operatrici spagnole di Medici Senza Frontiere (Msf), sequestrate in Kenia nella zona dei  campi profughi di Daddaabil 13 ottobre.


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