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Algeria: si apre la corsa allo shale gas nel Mediterraneo

Creato il 14 gennaio 2015 da Valtercirillo

Algeria: si apre la corsa allo shale gas nel Mediterraneo

Sonatrach, la compagnia di stato algerina per il petrolio e il gas, ha annunciato investimenti di 70 miliardi di dollari, nei prossimi 20 anni, nella ricerca e sfruttamento del gas di scisto ( shale gas). L'obiettivo è quello di garantire la sicurezza dei propri approvvigionamenti di energia, confermando nello stesso tempo il ruolo di fornitore strategico di gas per l'Europa e l'area del Mediterraneo.

Secondo Sonatrach le riserve di shale gas tecnicamente recuperali nel deserto algerino ammontano a circa (miliardi di metri cubi), pari a circa 4 volte le riserve provate di gas convenzionale. La cifra corrisponde alle stime pubblicate nel 2013 dall'americana Eia e pone l' Algeria al terzo posto nella graduatoria mondiale delle riserve di shale gas, dopo Cina e Argentina, ma davanti agli Stati Uniti.

Il presidente e direttore generale di Sonatrach, Said Sahnoun, ha recentemente dichiarato che "i test realizzati in Algeria utilizzando la fratturazione idraulica ( fracking) hanno accertato che le portate dei pozzi sono confrontabili con quelli dei pozzi in attività commerciale negli Usa". Si tratta di risultati molto incoraggianti - ha aggiunto Sahnoun - che hanno permesso di passare rapidamente alla fase pilota, con l'obiettivo di a vviare la produzione commerciale nel 2022, per raggiungere una produzione di 30 Gm3/anno tra il 2025 e il 2027 (la produzione del 2013, la più bassa dell'ultimo decennio, è stata di 78,6 Gm 3).

Per raggiungere una produzione di gas di scisto di "soli" 20 Gm 3, Sonatrach prevede di trivellare circa 200 pozzi l'anno: un impegno che è appunto coerente con l'investimento di 70 miliardi annunciato. "Ci aspettiamo però una certa riduzione dei costi di produzione nel medio lungo termine, in ragione dei progressi tecnologici nell'ingegneria dei bacini, delle tecniche di perforazione e di fratturazione idraulica" ha aggiunto Sahnoun, ricordando che negli Usa si è arrivati a registrare una riduzione media dei costi del 20% in un solo anno.

In Algeria nasce anche la contestazione al fracking nel Mediterraneo

L'interesse per lo sviluppo del gas algerino è decisamente ben visto nel Mediterraneo. A parte il coinvolgimento diretto di Paesi come la Spagna e soprattutto l'Italia (non solo perché l'Algeria è il nostro secondo fornitore di gas, dopo la Russia: per l'Italia transita gran parte del gas esportato da Algeri) è tutta l'Europa che spera di avere nel Paese africano un fornitore strategico e stabile, in grado di bilanciare le importazioni dall'est.

Al riguardo, da anni vari commentatori si dicono preoccupati per la riduzione della produzione di gas algerino e per gli insufficienti investimenti destinati al rinnovo delle infrastrutture, cosa che di regola prelude ad ulteriori riduzioni dei volumi estratti. Del resto i 78,6 Gm 3 prodotti nel 2013 son lontani dal picco di 88,6 Gm 3 prodotti nel 2005. E sono lontanissimi dagli 89 Gm 3 che nel 2010 il rapporto Supplyng the EU Natural Gas Market accreditava come obiettivo da raggiungere proprio per il 2013, da far poi salire a 113,5 Gm 3 entro il 2030.

I mercati accolgono quindi con favore l'annuncio della Sonatrach, che si trova invece a dover affrontare accese proteste locali contro il fracking, la tecnica di fratturazione idraulica delle rocce che negli ultimi anni ha reso possibile il boom dello shale gas in Usa.

La scorsa settimana i residenti intorno all'oasi di In Salah (600 km a sud di Algeria) sono scesi in piazza per protestare dopo l'annuncio del successo della perforazione con fracking. In seguito la protesta si è allargata a Tamanrasset (la capitale della regione), dove circa 2.000 persone hanno manifestato davanti al municipio chiedendo l'interruzione del progetto e denunciando rischi per l'ambiente e le falde acquifere.

Parlando ieri alla radio nazionale, Said Sahnoun ha difeso il progetto, sottolineando che "la creazione di un mix energetico è essenziale e dobbiamo aumentare, rafforzare e diversificare la base delle risorse, in modo da avere un'offerta abbastanza flessibile da permetterci di adattarci a un contesto che cambia (...) Non si può chiedere a Sonatrach di restare ai margini di questa nuova tecnologia e di non impegnarsi in operazioni che mirano all'efficienza e all'ottimizzazione".

[ Valter Cirillo]

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