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Ali Khatib insegna che il calcio non è solo quello visto in TV

Creato il 04 maggio 2012 da Demi84 @anisport

4 maggio 2012 di Lascia un commento

Ali Khatib insegna che il calcio non è solo quello visto in TV
“Nel calcio come nella vita”. Gli amanti dello sport avranno sicuramente sentito pronunciare spesso questa frase da qualche commentatore o da un qualsiasi altro addetto ai lavori. Pura retorica a volte, ma certo è che chi considera come uno specchio della realtà solo il calcio raccontato in tv, non va molto lontano dal vero. Violenza, corruzione, razzismo e altri scandali del mondo del pallone vengono spesso riportati dai media come se fossero i sintomi di una malattia che colpisce l’intera società contemporanea. Certo, giornalisticamente una notizia che crea scalpore viene accolta con maggior favore dalle redazioni, talvolta si cerca pure di gonfiarne i contenuti, ma a volte è il caso di dare la meritata evidenza anche a ciò che di positivo il calcio diffonde. Ali Khatib, 22 anni, calciatore: passato alla storia a gennaio per essere stato il primo giocatore ad essersi trasferito da un club palestinese, il Jabal Al-Mukaber, ad uno israeliano, l’Hapoel Haifa.

Nonostante all’operazione sia stato dato poco risalto mediatico, è comunque evidente come il calcio abbia avuto in questo caso un potere di unione che nemmeno il miglior diplomatico sulla piazza può vantare. Tale episodio, se preso da esempio da istituzioni extrasportive, potrebbe addirittura indurci a ribaltare la frase “nel calcio come nella vita” e trasformarla in “nella vita come nel calcio”, volendo intendere lo sport più diffuso al mondo come modello su cui basare la nostra esistenza. Peccato per la violenza, la corruzione, il razzismo e gli altri scandali di cui si accennava sopra e di cui si sente spesso parlare. Scandali che però, a voler analizzare il problema a 360°, non sono che minuscole macchie all’interno di un sistema che unisce e intrattiene milioni di persone. Il caso Khatib dovrebbe infatti essere considerato come cassa di risonanza per diffondere i valori positivi che appartengono a quella massa incalcolabile di gente che pratica, segue ed è appassionata a questo fantastico sport. In tal senso non è facile capire perché notizie riprovevoli riguardanti il mondo del pallone siano troppo spesso alla ribalta delle cronache, influenzando negativamente l’opinione pubblica, mentre quelle positive abbiano poco risalto.

Ancor meno semplice è capacitarsi di come si parli dei milioni di euro che affiorano nelle tasche dei giocatori professionisti, facendo del mondo del calcio un mondo di ricchi viziati, senza rendersi conto di quanto pochi essi siano se messi a confronto con i milioni di praticanti delle categorie inferiori, giovanili o amatoriali. L’iceberg calcio è molto più grande della sua punta e prima ci si renderà conto del potenziale inespresso che porta con sé, prima si potranno raggiungere dei risultati anche al di fuori del mero contesto sportivo. Oscar Wilde scriveva che il fatto che non fosse l’arte a imitare la natura, ma la natura a imitare l’arte, permetteva di migliorare esteticamente l’esistenza. Inserita in questa cornice e volendo vedere, forzando ma non troppo, il calcio come l’arte di destreggiarsi con un pallone tra i piedi, la frase “nella vita come nel calcio” non sembrerebbe poi così assurda.

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